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Primavera in casa

By Poesia One Comment

Giochi di tende

disegna il vento

sulle pareti

gioiosamente

e bioccoli porta

di odore di tiglio

mentre racconta

la primavera.

Ora il mio cielo

è in questa stanza

e la speranza

una dolce chimera.

 

La bambola che aveva gli occhi mobili

By Poesia 5 Comments

Diciamocela tutta

senza far rumore:

Ho una tal pura

che mi scoppia il cuore.

Non ho più voglia

di darmi la baia

fingendomi a un tempo

una brava massaia

che impasta la pizza

e tira la pasta

e poeta ottimista

che canta l’amore.

Sono invece

una bambola vecchia

di celluloide

tutta ammaccata.

Ho la testa pesante

e lo sguardo fissato

per sempre su un punto

da un’ incapace

manata di stucco,

il mio meccanismo

per muovere gli occhi

essendosi rotto…

E la speranza,

falena d’amianto,

svolazza lontano

dal campo visivo

di un rudere umano.

 

 

L’ombelico perduto

By Poesia No Comments

Sono tornata qui con la mente,

paese mio che m’hai tradito

e distrutto e vanificato.

Qui, dove un tempo

respirava col tuo ventre teso

l’ombelico del mondo,

proprio il centro perfetto,

dell’origine del tempo,

mio e di tutto il resto.

Sì, poiché più non ti sento

come il meglio

di ciò che chiamo eterno,

né ti desidero, né ti amo,

né più vorrei ritornare,

son venuta a raschiare

dalla grigia roccia degli alpini,

che fu un tempo la cicatrice

del divenire,

con le unghie dell’ansia

fra i tuoi licheni crostosi,

per ritrovare qualcosa,

un frammento di cielo caduto,

lo smeraldo in una goccia

di rugiada, una speranza

almeno, per ricominciare.

 

Autopsia di un desiderio

By Poesia No Comments

Colpa di chi, ì, ì

se sento quest’eco,

se penso a un bel sogno?

Volevo soltanto

una pausa ai miei giorni

e poi ritornare,

con gli occhi di mare

e la pelle dorata,

già pronta a espiare.

E adesso non so

se vorrò più partire,

gravata nel cuore

dai vostri presagi,

la schiena già curva

di danni e di anni

e le vostre radici

a farmi inciampare

sul sentiero del dubbio,

tortuoso e straniero.

Grazie, ma grazie,

amici solerti,

per cui la speranza

è fonte di danno!

Affidatemi dunque

a medici esperti

con l’autoptico ghigno

già chino sul cancro

dell’estremo sconforto

di chi è già morto dentro!

 

Nota: L’immagine che ho scelto per illustrare questa mia poesia è un acquerello di Riccardo Scarpellini, che mi è sembrato particolarmente adatto ad  esprimere lo sgomento di un’ anima tormentata.

 

 

 

Vedere col naso

By Poesia 9 Comments

 

 

Tiglio di città, se non ci fossi tu…

Abbarbicato alla speranza

come me, a suggere una vita

che non c’è nel nero asfalto

di questa triste umanità…

Se non ci fossi tu, come farei,

senza guardare in strada

verso l’angolo del chiosco

dei giornali, a capire dall’odore,

che si insinua dolce nelle nari,

che giugno avanza, pur nel grigio

cielo di giorni sempre uguali

e che l’estate s’annuncia

nella tua chioma fitta di fiori?

Nota: Con grande simpatia dedico questa poesia all’amica Ale Marcotti, mentre vi propongo di leggere questo suo bellissimo articolo “Come una maglia prestata”  in cui ho rilevato alcune affinità col mio scritto, relative  alla suggestione “visiva” dell’olfatto. 

 

 

Malattia

By Poesia One Comment

Quando la sera ormai

scioglie i miei nodi in pianto,

credendo di curarmi

e non lo fa, io piango.

Forse sarà il mio fianco

a darmi tanta pena,

come chi sta gridando

per la sua libertà.

Lontana è la speranza

quando, concluso il giorno,

nulla è mutato ancora,

con le catene addosso

e il sole se ne va…

 

Buon anno! (Trilogia)

By Poesia 7 Comments

Pandemia

Endemicamente fiorisce

questa malinconia dolorosa.

Quasi bella, sboccia come una rosa

da radici di neve e sangue e spine,

dovunque tu voglia,

anche ai margini di una rotatoria.

Ed è contagiosa. Si sparge

con questi sospiri bronchiali,

alveolari, ali di pensieri, e vola

sotto forma di spora. O samara,

leggera come fosse primavera.

Appassisce un anno intero

nella mente, nel cuore.

S’ arrossa la congiuntiva,

essudando rimpianto, paura,

attesa e speranza, forse,

di vita futura migliore

da quel piccolo foro ai lati

dell’occhio caruncolare,

rosa rossa del male.

Le lacrime sono il vettore.

E diventa pandemia questo lutto

cocente da fine imminente

di un anno di vita, la nostra,

condotto assai mediocremente.

Infetti

Noi siamo umorali,

leggermente lebbrosi

e un po’ contagiosi.

Per buoni motivi,

che noi comprendiamo,

parenti ed amici

si mostrano schivi.

Così siamo soli,

ma, pieni d’amore,

a tutti auguriamo:

“Buon anno, brindiamo!”

La rotatoria

Alla rotatoria c’è un posto

dove andremo a mangiare

e, se tu vorrai, resteremo a dormire.

Non è che ti chieda di fare all’amore,

soltanto brindare, mangiare, gioire.

Se poi tutto questo ti farà innamorare,

allora saprò come farti godere.

Sarà il buon inizio di una storia importante,

oppure la fine di un anno normale.

A tutti gli amici che mi seguono un sincero ringraziamento per essermi stati sempre così vicini  e avermi dato con il loro sostegno la voglia e l’entusiasmo necessari per condividere qui pensieri e emozioni. Auguro a loro e a chiunque passi di qui un sereno anno nuovo in cui possano realizzare le proprie speranze, i sogni segreti, le loro aspirazioni.

 

 

Compleanno

By Poesia 8 Comments

Che un figlio compia quarant’anni

sembra impossibile a una madre,

che si vede ancora intenta ad allattare.

Gli sorride quando passa a salutarla

e si stringe nelle spalle un po’ incurvate

per non sentire tutta la sua fretta

e la sua necessità di andare.

Gli legge gli occhi belli e troppo stanchi

e lo vorrebbe solo consolare

per tutte le promesse che gli ha fatto

quando lo teneva in braccio

per farlo addormentare,

e che la vita non volle mantenere.

E non gli annusa il collo,

come quando era bambino,

mentre si chiede dentro il cuore

se riconoscerebbe ancora al buio

quel suo grande cucciolo sbarbato

profumato, cortese ed elegante

che le illumina la casa quando arriva

e quando se ne va le lascia la speranza

di vederlo ancora ritornare.

 

 

Parole d’oro oggi, farfalle domani

By Poesia 6 Comments

Diremo insieme: Ci fu un maggio freddo

in quella primavera, rammenti che anno era?

Io, che non sono brava con le date,

sospirerò per dire: Tanto è già passata!

E mi ricorderò, rabbrividendo d’empatia,

quanto fu tosta, al tempo, la mia vita

e non da meno fu la tua. Ne parleremo

col sorrisetto  saggio e più leggero,

sorvolando le paludi del passato

come farfalle da poco sbozzolate

tu, con le tue ali grandi e colorate,

i tuoi arcobaleni di speranza e attesa,

io sarò un sfinge farinosa e scura,

ma miracolosamente trasformata

da commediante con il teschio in mano

in creatura alata con il teschio addosso,

sempre un po’ cupa, però rinata al  volo

e sempre pronta a divorare miele,

grazie a te, alle tue parole d’oro!

La terrazza a tasca

By Poesia No Comments

nebbia

Graziosa foschia

di una terrazza a tasca

che cerca luce

fra le tegole smosse,

emblema di speranza,

il nord che non si arrende…

Amami adesso,

in quest’alba di gesso

che trattiene la notte

sull’ali cinerine,

amami, mio vecchio,

sul letto claustrale

che geme astinenza

dalle durissime molle,

rinnova le nozze

di Filemone e Bauci

nell’infausta pianura

dei giorni più freddi…

È un hotel di passaggio,

un’ incrocio di strade,

il tempo, l’amore,

la meta, l’andare…

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