
Mi si è arrotolata come una palla
di sterpi la malinconia.
Se ne sta in una sacca sotto lo sterno
vicina al cuore, con uno strano odore,
di sterco di cavallo e, visto l’amore
che nutro per questo animale,
non è poi così male. Parlo di aridità gialla,
in un pomeriggio senza sole.
Ogni speranza è perduta
nel brutto lago artificiale,
come un avannotto gettato lì,
per pescare. E poi andato a male.
Forse nella casa dall’aia deserta
mi aspetta qualcuno, chissà,
forse uno scheletro dimenticato
giace addormentato senza funerale
su quel brutto divano squarciato,
per esempio mio padre, il generale…
(Il berretto era sopra la bara
e vederlo faceva soffrire.)
E non importa se ascolto Sibelius
per scappare in Finlandia,
qualsiasi cosa io faccia,
non riesco a respirare,
come quella volta a Victorville:
Oggi c’è vento e sto male…
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