Sul limitare della duna
non così lontana dal mare,
arenata nella sabbia,
io sono il mio silenzio,
barca mutilata dei remi,
né più onda sarà grembo
alla mia voglia di andare.
Non porterete fiori. Per me
già li semina il vento…
Sul limitare della duna
non così lontana dal mare,
arenata nella sabbia,
io sono il mio silenzio,
barca mutilata dei remi,
né più onda sarà grembo
alla mia voglia di andare.
Non porterete fiori. Per me
già li semina il vento…
Un giorno la bellezza
diventa cinerina,
reclina il capo e muore.
A me succede adesso,
come a una rosa…
Raccogli i miei petali sfatti
nelle tue mani, con amore!
Tutto questo freddo
che sento
certe volte io penso
che non sia naturale.
Sai, certe correnti
gelate fra le gambe
come serpenti
a farmi star male.
Se io parlassi,
Dio ci scampi,
di fantasmi,
riderei per prima,
se non fossi sola,
qui, a tremare…
Ho una voglia tremenda
di disegnarti
varcare i contorni
della morte
graffiando il foglio
coi tuoi rugosi contorni.
Madre non so!
Non ricordo il tuo viso
e non c’è foto,
per quanto io cerchi,
che ti ritragga
per come eri dentro
e l’occhi azzurro
tremendo
che vedeva oltre
e noi ridevamo,
ma quello che diceva
era tutto vero…
Sento
che mia madre
mi è vicina
e lo sa Dio
in che cielo
sia finita!
Quindi è lontana.
Eppure non c’è notte
che non torni.
Che sia in lei
la nostalgia
di questa vita?
Che sia in me
un languore
di morte?
Pareidolìa spaventosa
quando l’occhio del cielo,
non sai come,
però si manifesta,
foriero di nubi bastarde,
quelle che si mettono
a traverso del cuore.
O sarà semplicemente
un segno
del suo benvolere?
Un giorno così
quando tutto il cielo
ti cade sulle spalle
e ti atterra
e cammini
senza gambe
perché sono sprofondate
sotto terra
e un attimo prima
stoltamente
tu cantavi…
L’isola delle canne
se tu ti avvicini
pulsa di pigolii
e c’è un vento pulito
che gioca col lago
biondo di fango
ed è primavera
e le anatre mamme
vengono e vanno
e non ho altro da dire.
Da dare. Verde di vita
se fosse il mio tempo
sarei anche felice…
Tela di ragno,
tela di sogno
questo mio gioco
di fili pazienti,
esca di seta
per spersi ricordi…
Sulla mia ragna
che brilla di luna,
che è tesa fra i rami
di giovani pioppi,
tutto d’argento
il sogno si posa.
Mi dondolo al vento,
divoro il passato,
con chele di ragno
lo porto al mio cuore…
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