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La ciaccona

By Poesia 2 Comments

Mi manca di ballare la ciaccona,

spartito arrotolato in un cassetto

e accanto le due rose chiare

che ti appuntasti al petto quella sera.

In fondo a qualche armadio della mente

il tuo vestito azzurro da damina

con la parrucca bianca e le scarpette

e un pezzo del mio cuore disseccato

dal maledetto giorno in cui

tre volte scioccamente ti ho lasciato.

Per questo non mi piace il carnevale,

perché ci penso ancora e mi fa male.

 

Cielo di chiostra

By Poesia No Comments

Cielo di chiostra scuro,

mi chiudi come un muro.

Non trovo via di scampo

alla tragicità del tempo,

eppure stamattina,

guardando molto in alto,

vidi un gabbiano immenso

con l’ascia trasversale

dell’apertura alare

infrangere in silenzio

le lacce di quei nembi

che legano la mente,

che fermano il respiro.

Sparì in un’ascensione

quasi miracolosa,

lasciando giù stremata

la voglia di fuggire

che in me s’agita ancora,

ma teme di morire.

 

Foliage: 23 settembre 2022

By Poesia No Comments

 

Un altro equinozio

rosseggia tra i viali,

Mabon se ne va,

e tu credi che torni.

Ma io no. Perciò piango

e ti stringo le mani,

ammaliata dal freddo

che seduce la mente,

il mio corpo, le cose

ed annebbia i ricordi.

“Avec le temps va, tout s’en va”

graffia a sangue il mio cuore

scricchiolando di foglie

un buon disco rigato.

 

Ricordi

By Senza categoria 2 Comments

L’onda scende

s’avvalla si distende

struscia il suo ventre

sul limo pigramente.

Io naufragando

la sottendo azzurramente

annaspando nei ricordi

dolceamari della mente.

 

Per illustrare i miei versi propongo un quadro di Athos Rogero Natali, che fu pittore, ideatore ed esecutore di vetrate istoriate e scenografo, artista poliedrico nel panorama culturale del  ‘900 livornese. Qui un’intensa raffigurazione dello scoglio della Meloria in un giorno di  vento.

 

Frattali bianchi

By Poesia No Comments

Quando sembrano narcisi

quei frattali

che l’assistente virtuale

mi propone

mentre aspetto

la tua telefonata

con il cuore emozionato

-e la mente dovrebbe lavorare-

in mattine, insomma,

come questa,

passate in penitenza,

io mi accorgo, e lo detesto,

che un’altra primavera

rinasce tutto intorno,

a mio dispetto.

Solo il mio prato

è arido e divelto,

coperto a tratti

da un po’ di ghiaccio sporco

e vola intorno un corvo

al mio camino spento,

gracchiando al cielo grigio

che sei andata, un giorno

e non farai ritorno…

 

Azzurro dentro

By Poesia, Senza categoria 4 Comments

Bello che il cielo

entri a quest’ora

a azzurrare la stanza

e non sai se sia ombra

o colore, o luce più densa

e respiri l’immenso

da dentro, scomparendo

pareti, soffitto, pavimento

e tu dolcemente fluttuando,

pensiero fra i pensieri

della mente condivisa

con l’intero universo…

 

 

 

 

L’ombelico perduto

By Poesia No Comments

Sono tornata qui con la mente,

paese mio che m’hai tradito

e distrutto e vanificato.

Qui, dove un tempo

respirava col tuo ventre teso

l’ombelico del mondo,

proprio il centro perfetto,

dell’origine del tempo,

mio e di tutto il resto.

Sì, poiché più non ti sento

come il meglio

di ciò che chiamo eterno,

né ti desidero, né ti amo,

né più vorrei ritornare,

son venuta a raschiare

dalla grigia roccia degli alpini,

che fu un tempo la cicatrice

del divenire,

con le unghie dell’ansia

fra i tuoi licheni crostosi,

per ritrovare qualcosa,

un frammento di cielo caduto,

lo smeraldo in una goccia

di rugiada, una speranza

almeno, per ricominciare.

 

Perché non dormo ancora

By Poesia No Comments

Perché non dormi ancora?

Perché quando chiudo gli occhi

vedo pozze azzurre e foglie di palma.

Perché nel buio mi sento sfiorare

da persone. Tante. Come se tutti

dovessimo passare dallo stesso

varco stretto. E i loro fiati addosso.

Perché il mio corpo è dismorfico

nel letto. Ho la testa grossa e braccia

e gambe di gomma molto lunghe.

Perché la volta della stanza si estende

in una cupola infinitamente grande.

Perché mi si spacca la fronte di netto

e mi esce fuori la mente e si espande

in un vasto universo creato dal niente.

 

Buon anno! (Trilogia)

By Poesia 7 Comments

Pandemia

Endemicamente fiorisce

questa malinconia dolorosa.

Quasi bella, sboccia come una rosa

da radici di neve e sangue e spine,

dovunque tu voglia,

anche ai margini di una rotatoria.

Ed è contagiosa. Si sparge

con questi sospiri bronchiali,

alveolari, ali di pensieri, e vola

sotto forma di spora. O samara,

leggera come fosse primavera.

Appassisce un anno intero

nella mente, nel cuore.

S’ arrossa la congiuntiva,

essudando rimpianto, paura,

attesa e speranza, forse,

di vita futura migliore

da quel piccolo foro ai lati

dell’occhio caruncolare,

rosa rossa del male.

Le lacrime sono il vettore.

E diventa pandemia questo lutto

cocente da fine imminente

di un anno di vita, la nostra,

condotto assai mediocremente.

Infetti

Noi siamo umorali,

leggermente lebbrosi

e un po’ contagiosi.

Per buoni motivi,

che noi comprendiamo,

parenti ed amici

si mostrano schivi.

Così siamo soli,

ma, pieni d’amore,

a tutti auguriamo:

“Buon anno, brindiamo!”

La rotatoria

Alla rotatoria c’è un posto

dove andremo a mangiare

e, se tu vorrai, resteremo a dormire.

Non è che ti chieda di fare all’amore,

soltanto brindare, mangiare, gioire.

Se poi tutto questo ti farà innamorare,

allora saprò come farti godere.

Sarà il buon inizio di una storia importante,

oppure la fine di un anno normale.

A tutti gli amici che mi seguono un sincero ringraziamento per essermi stati sempre così vicini  e avermi dato con il loro sostegno la voglia e l’entusiasmo necessari per condividere qui pensieri e emozioni. Auguro a loro e a chiunque passi di qui un sereno anno nuovo in cui possano realizzare le proprie speranze, i sogni segreti, le loro aspirazioni.

 

 

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