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Halloween

By Poesia 5 Comments

Pare che sia la notte 

di Halloween, questa.

Per divertirmi davvero

non ho che da ascoltare 

il mio orrore, guardare il cielo

 che mi si manifesta

 come  una ruotante tormenta

e mescola pezzi 

di ciò che a me resta

del giorno, della vita, di un amore,

una specie di azzurra tormenta,

col cuore fermo

nell’occhio del ciclone.

E intorno la vorace ruberia del tempo

che tutto nel nulla 

vorticando risucchia…

 

 

Come Mina e il conte Dracula… La sposa del lupo bianco (lipogramma senza a)

By Poesia 3 Comments

Non temere il lupo!

Qui il lupo non c’è

e non c’è pericolo!

Tu puoi solo chiudere gli occhi

per vederlo nei tuoi desideri.

Se però vuoi correre il rischio

e persino morire,

sufficiente è dormire.

Di solito viene

vestito dei fiocchi di neve

di un gelido inverno

coi denti scoperti

per ferire e incidere

i tegumenti dei perdenti.

Per te è bello come uno sposo,

ipnotici gli occhi rossi,

gentile è il suo sorriso.

Con lui vorresti fuggire

e ti offri per sempre,

gli doni il collo innocente,

…Certe volte finiscon così

esistenze insulse

in cui non succede niente:

Con morti indolori

e tempi eterni divertenti.

 

Dedico questa poesia all’amica Elettasenso, autrice del pregevole blog “inchiostronerodenso” che, con sua rubrica “il gioco del lunedì” stimola e ispira la mia creatività.




 

Guaritrice Porifera

By Poesia 7 Comments

Io sono spugnosa.

Assorbo i disagi,

assorbo il dolore.

Io sono porosa,

ma non secernente,

nemmeno ho imparato

a filtrare i liquori

del pianto d’altrui

e vivo una vita

ubriaca d’affanni,

attese e tremori.

Seccami, o sole!

Asciuga quei pianti!

Strizzami forte,

bizzarro destino,

ch’io possa assorbire,

ma senza soffrire!

E poi, disseccata,

di nuovo guarire

i malanni dei cuori

e di nuovo gonfiare…

 

Cuore di lana

By Poesia 5 Comments

Continua impietoso

questo lavorio di tarme

sul mio poverissimo cuore,

come quando dimentichi

una sciarpa nel cassetto…

Ma la sciarpa non si stanca.

e nemmeno soffre o muore.

Il cuore bucato, invece,

batte molto lentamente

per sanguinare meno

e, assai dolcemente,

sfarinato, viene meno.

 

Lebbrosa

By Poesia 4 Comments

Affetta da sempre

dal morbo della lebbra,

assai repellente e contagioso,

son tenuta a distanza

e piuttosto temuta.

Io cerco di sistemarmi la pelle

con collanti speciali

per simulare salute,

ma sono sempre sgamata.

E come va, oggi? Mi chiederete.

Come al solito. Mi è cascato un occhio

e mi hanno isolata, anzi,

appeso al misero collo,

porto un campanaccio

da mucca lebbrosa.

E mi annuncio da sola,

così ho tutto il tempo

per guardarli scappare.

E suono piangendo,

ma certe volte ridendo.

Di sollievo.

 

Ippopotamo

By Poesia 2 Comments

Ah non poter spartire

il macigno del mio cuore!

Così pesante da tirarmi giù

verso lo stagno del dolore,

con il limo che tracima

a rinchiudermi il respiro,

con le nari sotto un velo scuro,

ippopotamo incapace

di lottare…

 

(Immagine dal Web che ho elaborato al computer)

 

 

Maintenent

By Poesia 7 Comments

Il sole che muore

fra le crepe di un muro,

un po’ rosso, un po’ giallo

un po’ nero, ferito nel cuore

dagli artigli del gatto di casa.

Uno sguardo furtivo, un cancello

socchiuso e la panca di pietra

che pian piano si fredda,

il calore ceduto ai tuoi lombi

ragazza, che sognando l’amore

come un fiore ti schiudi…

 

Adele

By Poesia 4 Comments

Tutti vogliono Adele,

la scimmietta fedele,

ballerina perfetta

e massaia provetta.

Con la gonna increspata

e la voce flautata

ti ricanta la storia

imparata a memoria.

Nel mio angolo buio

sto da anni in castigo,

non imparo a star zitta,

mi ribello e son brutta,

dico cose indigeste,

non cucino alle feste.

Non nascondo il mio pianto,

e la rabbia o il rimpianto,

non sorrido a comando.

Non mi vuole nessuno

ed ho un nome ribelle

che mi marchia la pelle:

Sono Silvia la strana,

faccio rima con rana!

 

Il portico di legno dell’hotel, i lavoratori a distanza, la vecchia poetessa e il grappolo d’uva fragola.

By Poesia 3 Comments

Era piuttosto strana la stagione,

piuttosto calda, per essere settembre,

con un’ostinazione nei profumi,

appena dissoluti e putrescenti,

che non sapevi mai, con la memoria,

se fossi a un funerale, al cimitero,

o festeggiassi un grande amore

con una danza, matura e passionale,

bagnata di sudore e di champagne.

Il verde del fogliame ingravescente

in toni gialli, rossi e siccitosi

e l’ombra garantita dal bel legno

del portico coperto dell’hotel…

Swappava un dirigente affaccendato,

un altro che, affannandosi, fumava

e c’era un giovanotto col canino,

che si giocava il suo bel tempo lavorando.

In un angolo, una vecchia un po’ spaesata

scriveva quattro versi rimpiangendo

i tempi quasi eterni del passato

e quei suoi passi bianchi nel giardino,

rincorsi dal destino tramutato

in un giovane suo amante squattrinato.

E c’era un grappol d’uva abbandonato

di color viola e follemente illuso

di poter essere il modello, con le pere,

di un quadro impressionista di Gauguin.

 

Il ritorno

By Poesia 6 Comments

Quando manca mezz’ora

alla fine del viaggio

penso alla vita,

alla scatola chiusa

che contiene il futuro:

Ogni volta che l’apri

poi rimani deluso,

se non l’apri non vivi,

ma continui a sognare.

Niente mai fu più bello

di quei sassi di vetro

che, quand’ero bambina,

io trovavo sul mare.

Quelli e qualche conchiglia

io vorrei ritrovare,

la mia gioia promessa,

non la sabbia ed il sale…

 

 

 

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