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Equinozio d’autunno e piove

By Poesia 8 Comments

Piogge equinoziali elidono

molecole di tempo stagionali.

Che cosa c’è da celebrare?

Non certo dei caduti nei fanghi

della storia, è solamente

un notevole giorno per il sole.

Come uno scalatore in ascesa,

è giunto allo Zenit dell’equatore,

un punto notevole geograficamente

anche per l’astronomo cultore.

Per il resto, non significa niente.

Qui lo dico e qui lo nego.

Perché è un giorno importante,

è così che si avvera il destino.

Il sole si avvita come un tralcio di vite

intorno al suo palo siderale,

finché arriverà a Vega.

E la Terra trascina, che gli corre intorno

girando su se stessa, pazza trottolina.

La terra dunque ascende, ascende

mentre gira intorno alla sua stella

e su se stessa,  incurante

del suo gravido ventre umano

che s’affanna. E ci trascina.

Tutto dunque va dove deve andare,

questo è il senso equinoziale,

che è un nonsenso che ci affida

alla terribile necessità di andare.

ovvero ad un unico fato universale.

 

Il giorno dell’ansia

By Poesia 3 Comments

Oggi è uno di quei giorni

di tempo così espanso

che ogni minuto dura

un quarto d’ora, un tempo

di scorrimento lento,

come un fiume alla foce,

morte al rallentatore.

Il silenzio ha una connotazione

da esecuzione capitale,

un nodo scorsoio alla gola

senza poter  mai parlare.

C’è una calma in giro

senza colori e sentimenti,

un fine estate crepuscolare,

un tramonto senza gloria

né colore, senza voglia

o potere  di gridare,

laringectomia sacrificale,

un grigiore interiore

che vetrifica lo sguardo

nella cataratta di chi aspetta

senza poter vedere il mostro

della sua paura.

 

 

Open space

By Poesia No Comments

E adesso cosa faccio?

Dormite tutti in casa,

sdraiati dentro i sogni

coi visi sdolcinati

di grossi cherubini.

Persino il cagnolino,

da quanto è rilassato,

mi  pare uno zerbino

senz’ossa e volontà.

E io  vorrei, ma tanto,

avere un buon caffè,

e cereali dolci

con il mio latte freddo,

i ponti in carità

per transitare sveglia

dal sonno alla realtà

e sopportare meglio

quello che mi accadrà.

Io amo l’open space,

salvo che in certi giorni,

quando non c’è la sveglia

perché non si lavora

e l’ ospite contento

poltrisce a sazietà…

Veglia per un peloso amico (P.G.R.)

By Poesia No Comments

C’era la luna grande, quella notte a Livorno,

era sguaiata, discinta, spettinata

slabbrata sui contorni, come una donna sola

e molto disperata. Si affacciava alla soglia

di un cielo iperstellato e non so chi aspettasse,

ma aspettava.

Io zigzagavo in auto per un pastoso sonno,

in veglia per te, piccolo ladro del mio cuore,

mio cucciolotto da pochi mesi nato,

così malato da sembrare alato, come un angelo

che sta per ritornare là, donde fu mandato.

Così pregai la stella più vicina alla gran madre luna

che le dicesse all’orecchio di aspettare,

non aveva bisogno quanto me di quel tesoro,

garante della mia felicità e della stessa vita

di chi l’aveva accolto nella sua dimora.

Il mio tempo

By Poesia One Comment

Mi  ero scelta il mio tempo,

solo un piccolo avanzo,

era il tempo del dopo.

Dopo aver provveduto,

con amore, s’intende,

a ogni mia obbligazione

da pagare alla vita,

avrei fatto quel viaggio,

avrei scritto quel libro

e cercato i parenti,

quelli mai conosciuti,

avrei dato una festa

e ti avrei risposato,

a metà  per amore

ed il resto per celia.

Sarei stata a New York

sorvolando le guglie

di quei cieli turriti.

Avrei fatto di tutto,

proprio tutto, ma dopo.

Io ora ci sguazzo,

nel mio dopo che è adesso

e mi sento ingannata,

mentre corrono i giorni,

quelli che non c’è dopo,

quelli che “sono stanca”

“sono stanca e malata!”

 

 

Diagnosi

By Poesia No Comments

 

Tristi mattine

degli ultimi giorni,

latte e biscotti,

che a me piace tanto,

e questa mia tosse

che lacera dentro.

Intorno, silenzio

e dalla finestra

il rantolo roco

di una città stanca

che si trascina.

Tu ancora dormi,

avvolto nei sogni

e nel bozzolo stretto

del lenzuolo rubato.

Te ne pendi così,

dal tuo gelso illusorio

di speranze e sorrisi

e la strana certezza

che ci sia sempre tempo

per la vita, l’amore,

per il viaggio in Lapponia

e per me che ho paura,

ma che in fondo

sto bene.

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