Tiglio di città, se non ci fossi tu…
Abbarbicato alla speranza
come me, a suggere una vita
che non c’è nel nero asfalto
di questa triste umanità…
Se non ci fossi tu, come farei,
senza guardare in strada
verso l’angolo del chiosco
dei giornali, a capire dall’odore,
che si insinua dolce nelle nari,
che giugno avanza, pur nel grigio
cielo di giorni sempre uguali
e che l’estate s’annuncia
nella tua chioma fitta di fiori?
Nota: Con grande simpatia dedico questa poesia all’amica Ale Marcotti, mentre vi propongo di leggere questo suo bellissimo articolo “Come una maglia prestata” in cui ho rilevato alcune affinità col mio scritto, relative alla suggestione “visiva” dell’olfatto.
Meraviglioso… Ma ci sono ancora le cabine telefoniche?
Grazie Ale… C’è una cabina telefonica vicino alla Posta… non ho mai controllato se funziona o se è un “monumento.” Approfitto per dedicarti questa poesia, ho letto il tuo post “come una maglia prestata” e mi ha molto colpito. Ciao carissima e buona serata. Un abbraccio
Ma grazieeee????
Prego! Buona giornata!
E’ respiro..
?
Che belli i tigli ?
E’ dei poeti l’annusare qualcosa che è immenso e meraviglioso, ma invisibile agli occhi dei più. Vedere l’invisibile.
Grazie! Io associo molto gli odori alle situazioni. Non mi vergogno di annusare i pomodori maturi al supermercato…odore d’estate, di terra e di sole.,.