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Sterlizie

By Poesia 2 Comments

Festeggiavi ferita

dall’avarizia della vita.

Noi ce la mettevano tutta, mamma

quando eravamo bambine,

per comperarti un profumo

con le nostre monetine.

Ma non era mai “quello.”

E si capiva. La faccia delusa,

la tua voce tranquilla

come se avesse paura

di alzarsi di tono,

mormorando uniforme:

“Bello, bello!”

Molto spesso mancava

il regalo del padre.

Ma non era scusato

dal non sentirsi adeguato.

Certe volte tentava

con un paio di scarpe,

tacco alto, marca folle,

di colore marrone.

Poi finivano insieme,

mamma, babbo e le scarpe,

nel negozio a cambiarle,

perché non erano “quelle.”

Guanti, calze, profumi,

sempre troppo da poco.

Un sospiro e quel grazie,

che marciva nel cuore.

Con un colpo di genio,

ti mandò le sterlizie,

una volta, mio padre.

Molto rare, inadatte

a qualsiasi vaso

dell’arredo banale

di una casa non ricca,

ma bastò il portaombrelli.

Concedesti un sorriso,

da regina di cuori

di una favola triste,

senza fate e castelli,

senza tempi felici,

senza principi azzurri.

 

Telegiornale di domenica 7 maggio mentre suonano le campane del duomo

By Poesia No Comments

Nata nel mondo della vergogna

mi bagno di sangue

in ogni mio giorno,

ne sento l’odore

ne vivo l’orrore,

non voglio sapere,

non voglio vedere…

Travolta le membra

da grande pietà

e rabbia e dolore

per come noi siamo,

noi, figli dell’uomo,

io voglio fuggire,

ma sono pesante

di lutto, di fango,

dell’immonda sozzura

di chi uccide il fratello,

ne mangia le carni

e offre l’agnello…

 

Gourmandises

By Poesia 2 Comments

Per quanto la fine del giorno

sia spesso orlata di burro,

in uno stato intermedio

fra liquido e solido

e paia l’ossessione

di un cuoco francese,

io questo cielo lo amo,

come la tristesse

del lasciarsi morire

delle foglie giorno per giorno,

come la soupe aux oignons,

un sapore greve nel cuore.

Come il Cafè lateral…

Tornare? Un errore stupendo…

 

Rinunciare alle Liridi

By Poesia No Comments

Non vidi l’altra sera

volare via da Vega

lo sciame delle Liridi.

La luna era nebbiosa…

Sai, quando venne l’ora

avevo chiuso a notte

le mie mille finestre

negandomi quel cielo,

col petto rattrappito.

Il cuore della casa

a chi passava fuori

apparve nero nero.

 

Addio a La Thuile

By Poesia One Comment

Sopra al grigio dei tetti

scivolava il tramonto

pennellate d’arancio

fra le strade deserte

del paese alle cinque.

Il dehors  di quel bar

e noi due assurdamente

a mangiare il gelato

aggrappati al cucchiaio

(creme miste in un cigno

di azzurrato cristallo.)

Il respiro del Rutor

ci incurvava la schiena,

eran fredde le labbra

e l’addio vi alitava

quelle frasi tremanti

che si dicono gli amanti

giunti a fine vacanza…

 

Acrostico e proverbio di Aprile

By Poesia 4 Comments

Accoglimi

Piacevole

Rilassante

Infiorato

Letto.

Estasi

Díonisiaca

Onirica

Lánguida

Concedimi.

Evoca

Divine

Ossessioni

Ricordi

Mistici

Improbabili

Resurrezioni

Eternizzanti.

 

Settimana di Pasqua (Latitudine: 43°32′39″ N  Longitudine: 10°19′34″ E Altitudine s.l.m. 16 m. Giovedì 6 aprile 2023, ore 5, 3°C)

By Poesia 4 Comments

In attesa di un Armageddon norreno

mi godo quest’alba assassina

scivolata via dalla notte

come un mestruo verginale

precoce. Freddo invernale.

Primavera sconvolta

dalle labbbra di gelo

rotolandosi genera brina.

Forse è passato il mio tempo,

forse invecchia anche Aprile

e gli embrioni delle uova feconde

muoiono senza cova.

Chi ci crede, non faccia benedire

uova sode, uova di cioccolato

sportelle. Ciò è molto male.

 

 

 

 

 

 

Ruzzolacampo (malinconia)

By Poesia One Comment

Mi si è arrotolata come una palla

di sterpi la malinconia.

Se ne sta in una sacca sotto lo sterno

vicina al cuore, con uno strano odore,

di sterco di cavallo e, visto l’amore

che nutro per questo animale,

non è poi così male. Parlo di aridità gialla,

in un pomeriggio senza sole.

Ogni speranza è perduta

nel brutto lago artificiale,

come un avannotto gettato lì,

per pescare. E poi andato a male.

Forse nella casa dall’aia deserta

mi aspetta qualcuno, chissà,

forse uno scheletro dimenticato

giace addormentato senza funerale

su quel brutto divano squarciato,

per esempio mio padre, il generale…

(Il berretto era sopra la bara

e vederlo faceva soffrire.)

E non importa se ascolto Sibelius

per scappare in Finlandia,

qualsiasi cosa io faccia,

non riesco a respirare,

come quella volta a Victorville:

Oggi c’è vento e sto male…

 

Riesci a gestirtela?

By Poesia 2 Comments

Mi ucciderei

per non sentirmi morire.

E anche vedermi

non è molto bello:

Sto perdendo i capelli

e dallo specchio il mio sguardo

mi guarda così sconsolato…

Mi sto deludendo, ridotta

a un grosso sacco di ossa

molto scoordinate.

A volte mi trucco

per coprire il mio lutto

e faccio sempre più fatica

a velare questa mia face

fatuamente cimiteriale.

 

 

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