Skip to main content

Sterlizie

By Poesia No Comments

Festeggiavi ferita

dall’avarizia della vita.

Noi ce la mettevano tutta, mamma

quando eravamo bambine,

per comperarti un profumo

con le nostre monetine.

Ma non era mai “quello.”

E si capiva. La faccia delusa,

la tua voce tranquilla

come se avesse paura

di alzarsi di tono,

mormorando uniforme:

“Bello, bello!”

Molto spesso mancava

il regalo del padre.

Ma non era scusato

dal non sentirsi adeguato.

Certe volte tentava

con un paio di scarpe,

tacco alto, marca folle,

di colore marrone.

Poi finivano insieme,

mamma, babbo e le scarpe,

nel negozio a cambiarle,

perché non erano “quelle.”

Guanti, calze, profumi,

sempre troppo da poco.

Un sospiro e quel grazie,

che marciva nel cuore.

Con un colpo di genio,

ti mandò le sterlizie,

una volta, mio padre.

Molto rare, inadatte

a qualsiasi vaso

dell’arredo banale

di una casa non ricca,

ma bastò il portaombrelli.

Concedesti un sorriso,

da regina di cuori

di una favola triste,

senza fate e castelli,

senza tempi felici,

senza principi azzurri.

 

San Valentino

By Poesia One Comment

Già, oggi è il 14 febbraio…

L’alfabeto farfallino

mi svolazza nella mente.

Eran quelli i miei bei tempi

o lo sono diventati

nel ricordo da demente?

Non vorrei tornare indietro

per riavere giovinezza,

occhi verdi come un mare,

lunghe chiome molto chiare?

Non vorrei sdraiarmi a letto,

fare l’esca palpitante

con pochissimi indumenti

per saziare i tuoi tormenti?

Io lo nego e invece mento,

sono saggia, irriverente,

e la vita mi ha insegnato,

ma non è servita a niente.

Vorrei perdere il mio ingegno,

le mie acute prospettive

e vederti come un falco

che mi plana sulla carne

e baciarti, e tu baciarmi,

soli e insieme e sia per sempre.

 

La pazienza ha avuto un ictus

By Poesia 3 Comments

Mi è scoppiata dentro una bomba.

Invertire l’ordine degli addendi,

priorità inesistenti.

Sei stato tu, lamentandoti

e pure io, coi miei consigli stupidi…

Albatros, ballerine, gruccioni

volano, maiali grufolano

e noi, nuovi gaudenti,

sperimentiamo colazioni

sordide di vita e birra gelida.

Spettiniamoci l’ossigeno,

coi tubi trasparenti respirati!

Patatine fritte e prescrizioni

mediche si ungono,

decurtate, irrise, stupide,

le schede di memoria saltano,

o così immagino, sdoganando

orfiche rinascite ed anticipatori

deja vu di trasgressioni

da recuperare subito,

orgasmi solitari garantiti,

o amanti disponibili,

la santità indesiderata,

scandalizzata muore subito.

Svolazzano pinguini scongelati

e il polo e l’equatore

sinergici si abbracciano.

Perché ogni fine è un nuovo inizio.

 

Ricaduta

By Poesia 3 Comments

Mi son comprata

un cappottino azzurro

perché d’inverno Il cielo è grigio,

ma questa notte mi domando

se avrò il piacere di indossarlo

e cerco di avocare il mio respiro

a me, perché mi tenga in vita

e lasci strada ai passi veri

e non soltanto a sogni solitari.

Intanto il vento piange e urla,

forse si strappa gli ultimi capelli

e il gorgogliatore parla strano

e a me, pezzo per pezzo,

parte via malato il cuore

e chi mi dorme accanto

è corpo caldo e assai lontano.

 

Feriae Augusti

By Poesia 4 Comments

Agosto si distrugge

nel fuoco del calore.

Son giorni che si immola,

martirio da graticola,

è un mese cerebrale,

si incolpa e si punisce,

però non vuol finire,

perché gli piace il mare,

con le sue onde amare.

Curioso degli amori,

dei rapidi i connubi

in letti molli madidi,

la fretta degli addii,

le lacrime e il dolore…

Ama le more scure,

col succo che lo macchia,

la vita e le sue spine.

Giace fra i rovi cinico,

godere e poi morire.

 

 

Prognosi

By Poesia 3 Comments

Lo so che lo sai

e tu sai che io so.

L’evidenza ti parla

ed espone al tuo sguardo

ogni parte di me.

Perché dirmelo, dunque?

È un’azione crudele,

strazia il tempo del gioco,

che illusione non è

ed uccide con gioia

la tremante speranza

germinante da sempre

nel mio cuore infantile.

E poi, non contento,

 hai aggiunto una frase:

“E sarà sempre peggio”

senza avere la forza

di incontrare con gli occhi

i miei occhi smarriti.

Però ti ringrazio,

mi hai ridato la vita!

Sai, io sono ribelle

e mi amo parecchio.

Forgerò questa rabbia

che mi scorre nel petto

come fuoco rovente

e qualcosa accadrà.

Da domani guarisco,

così ti smentisco.

 

Meteorologia diagnostica di un caso complesso

By Poesia One Comment

Disdicevole sera

così grave di pioggia

da sembrare una fiera

dilaniata dal parto

su un giaciglio di nembi

ogni ora più neri.

Disdicevole sera

dei miei foschi pensieri

dopo un giorno di diagnosi

e sofismi accademici

di dottori golosi,

come mosche sul miele,

di prelievi venosi.

Disdicevole sera

dei ricordi più dolci

quando il sangue era sangue,

capriole nel cuore,

e l’amore era vita,

ah, l’amore, l’amore…

 

Povera domenica

By Poesia 2 Comments

Suona il salterio

questo piccolo vento,

sezionando in cristalli

un freddissimo cielo

in splendori d’aprile,

anomalie di silenzio

ovattando le orecchie

sempre tese a captare

il rumore normale

della vita che va.

Non ci sono gabbiani,

tace il tetto ed al suolo

solo asfalto e abbandono.

La domenica qui

pare proprio un deserto,

non importa per quanto

la campana del duomo

ha chiamato e chiamato

le sopite virtù

di una fede ormai morta,

di una Pasqua che fu.

Ma qualcosa si muove,

rattrappito dal gelo,

stracci sporchi sciorina

un risveglio a fatica,

sotto il portico scuro,

sulla panca di pietra,

sui gradini maestosi

dell’ufficio postale.

L’ungherese sta bene,

gli altri ancora non so.

 

Cielo piatto

By Messaggio ai lettori, Poesia 8 Comments

Per una maligna ispirazione

è stato concepito

un cielo piatto

cui trovare nuovi ridicoli astri

che non hanno splendore.

Questo è dunque il mio sole?

Come funziona adesso il tempo?

Chi deciderà della mia vita?

Questo buio aeratore?

Dio come sempre?

Il medico di turno?

O la più algida infermiera?

Messaggio per i lettori Prima di tutto, bentrovati a tutti voi, quanti avete potuto continuare la vostra vita senza spiacevoli scossoni, ma anche a voi, che, seguendo il mio pessimo esempio, avete condotto scorci di esistenza disastrati e scoscesi quanto basta per farsi abbastanza male. In sintesi, sono tornata da un viaggio all’ospedale con soggiorno di 12 giorni, per nulla recuperata nella salute, per cui ho ricreato, mio malgrado, un noioso cordone ombelicale, non con la mia defunta madre, ma con la tettina d’acciaio della bombola dell’ossigeno. Eccomi quindi a celebrare con voi questo equinozio, che per me, strettamente confinata a letto, non conosce che un cielo e astri artificiali. Che dire ancora? Niente, se non aggiungere le mie scuse per le improvvise incolpevoli sparizioni, i miei auguri per il vero equinozio, il mio affettuoso abbraccio, sincero anelito di vita. Mandatemi un respiro…

Vostra Silvia

 

Falena ardente

By Poesia No Comments

 

Si ustiona

il nostro giorno

offrendo l’ala al fuoco.

Una falena ingorda,

solo della sua vita

vola sull’ore sparse,

nessuna è eccezionale…

Perché è così golosa?

Perché questo immolarsi?

Il senso forse è il volo,

dovunque il volo porti,

o forse è lo splendore…

La nostra vita splende

soltanto mentre muore.

 

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: