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Ruzzolacampo (malinconia)

By Poesia One Comment

Mi si è arrotolata come una palla

di sterpi la malinconia.

Se ne sta in una sacca sotto lo sterno

vicina al cuore, con uno strano odore,

di sterco di cavallo e, visto l’amore

che nutro per questo animale,

non è poi così male. Parlo di aridità gialla,

in un pomeriggio senza sole.

Ogni speranza è perduta

nel brutto lago artificiale,

come un avannotto gettato lì,

per pescare. E poi andato a male.

Forse nella casa dall’aia deserta

mi aspetta qualcuno, chissà,

forse uno scheletro dimenticato

giace addormentato senza funerale

su quel brutto divano squarciato,

per esempio mio padre, il generale…

(Il berretto era sopra la bara

e vederlo faceva soffrire.)

E non importa se ascolto Sibelius

per scappare in Finlandia,

qualsiasi cosa io faccia,

non riesco a respirare,

come quella volta a Victorville:

Oggi c’è vento e sto male…

 

La gita

By Poesia 3 Comments

Trafigge il sole

l’immutata bellezza

del lago che tu sai.

Aghi di sole il giorno

e di notte la luna.

E polveri di stelle

cadranno sulle onde

a scalfire di noi

piccole memorie

dell’essere stati là.

 

Pomeriggio malato

By Poesia 3 Comments

Il sole sembrava una cisti

che ispessiva un cielo coperto.

Infatti, è esploso sul tardi,

debordando a causa del vento

e ha sporcato qua e là sopra i tetti

precedendo di poco il tramonto.

Ascoltavo la morte tossire,

incapace di dirmi fra quanto

e tornavo fra i miseri cenci

di una vita pezzente e paziente

a guardare dai vetri sporchetti

quella sfera armillare in gramaglie

dove ruota il dolore soltanto.

 

Cielo piatto

By Messaggio ai lettori, Poesia 8 Comments

Per una maligna ispirazione

è stato concepito

un cielo piatto

cui trovare nuovi ridicoli astri

che non hanno splendore.

Questo è dunque il mio sole?

Come funziona adesso il tempo?

Chi deciderà della mia vita?

Questo buio aeratore?

Dio come sempre?

Il medico di turno?

O la più algida infermiera?

Messaggio per i lettori Prima di tutto, bentrovati a tutti voi, quanti avete potuto continuare la vostra vita senza spiacevoli scossoni, ma anche a voi, che, seguendo il mio pessimo esempio, avete condotto scorci di esistenza disastrati e scoscesi quanto basta per farsi abbastanza male. In sintesi, sono tornata da un viaggio all’ospedale con soggiorno di 12 giorni, per nulla recuperata nella salute, per cui ho ricreato, mio malgrado, un noioso cordone ombelicale, non con la mia defunta madre, ma con la tettina d’acciaio della bombola dell’ossigeno. Eccomi quindi a celebrare con voi questo equinozio, che per me, strettamente confinata a letto, non conosce che un cielo e astri artificiali. Che dire ancora? Niente, se non aggiungere le mie scuse per le improvvise incolpevoli sparizioni, i miei auguri per il vero equinozio, il mio affettuoso abbraccio, sincero anelito di vita. Mandatemi un respiro…

Vostra Silvia

 

Baia Sardinia

By Poesia No Comments

Non tutti i ricordi

sono a colori.

Io mi domando perché

quella spiaggia di sole

nella mia mente sia grigia.

Forse perché era settembre,

faceva troppo freddo

per essere, noi due,

in Sardegna.

Avevo su il bikini ridotto

giallo a pallini blu

piuttosto grandi

ed un maglione color crema

norvegese molto spesso.

Anche la sabbia lo era.

Fredda. Non grigia, quasi nera,

come mi può apparire adesso.

Ma d’oro e io non la vedevo.

Avevo i piedi nudi e freddi.

E sorridevo. A te? Perché?

Per ingannarti e fingere

di essere felice?

E invece mi montava la paura.

Che il grigio ci invadesse,

addio begli anni sciocchi!

Così -fu la mia unica volta-

mi sbronzai di mattina

con un secchissimo Martini,

digiuna. E l’olivina.

Dopo, fu tutto uno zigzagare

affondando nel litorale.

E giunse l’ora amara di partire.

 

Rientra cantando/un mattino senile/nel vaso sbilenco/dei giorni finiti…

By Poesia 3 Comments

Perché, mi domando,

quel vecchio era lieto?

Garrivano intanto

rottami nel vento,

di navi sfinite,

bizzarre polente,

ma molto tornite.

Era solo un poeta

che, come è costume,

un po’ delirava,

parlando di rondini

e fiati d’aprile.

Noi scettici, intanto,

tremavamo nel manto.

Il sole d’inverno

pareva cristallo,

cantava d’argento,

però trafiggendo

la mano grinzosa

e lentigginosa

del vate inquietante

che, benedicendo

ora questo ora quello,

invocava la pasqua

stillando il suo sangue

di povero agnello.

(Dedicata ai poeti, che al primo sole d’inverno, cantano la primavera e ci credono pure.)

 

 

L’inaspettato

By Poesia No Comments

Il futuro si annida

dietro a porte pesanti…

Chi l’avrebbe mai detto,

in quel mattino di sole

-Ti aspettavo alla soglia

quasi con il sorriso

e questi tre spilli

già fra il cuore e la gola-

che il cammino previsto

si sarebbe deviato?

Poi il cielo si è stinto

in un coro di vuoto,

alto un vento mi ha torto

fili d’anima in nodi…

Dopo un giorno e una notte

sì lo so, son tornata.

Ma la strada fu lunga

e io sono cambiata…

 

Dal mio diario di Novembre: Ognissanti

By Poesia 4 Comments

Che brutta giornata

per essere i santi!

Chiama il mio duomo

con queruli attacchi

di campane. Ma io 

sono sorda nel cuore.

E sto bene così. Solo

ho un po’ rimpianto 

del sole. E il tempo

mi corre accanto,

forse mi precede

e io non tengo il passo

con questa maledetto 

affanno…

 

Guaritrice Porifera

By Poesia 7 Comments

Io sono spugnosa.

Assorbo i disagi,

assorbo il dolore.

Io sono porosa,

ma non secernente,

nemmeno ho imparato

a filtrare i liquori

del pianto d’altrui

e vivo una vita

ubriaca d’affanni,

attese e tremori.

Seccami, o sole!

Asciuga quei pianti!

Strizzami forte,

bizzarro destino,

ch’io possa assorbire,

ma senza soffrire!

E poi, disseccata,

di nuovo guarire

i malanni dei cuori

e di nuovo gonfiare…

 

Maintenent

By Poesia 7 Comments

Il sole che muore

fra le crepe di un muro,

un po’ rosso, un po’ giallo

un po’ nero, ferito nel cuore

dagli artigli del gatto di casa.

Uno sguardo furtivo, un cancello

socchiuso e la panca di pietra

che pian piano si fredda,

il calore ceduto ai tuoi lombi

ragazza, che sognando l’amore

come un fiore ti schiudi…

 

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