I ricordi,
gli amori,
le parole
non dette,
la noia dei giorni,
i miei sogni.
L’ampio patagio
della notte,
pipistrello nero,
che ancora
mi incombe…
I ricordi,
gli amori,
le parole
non dette,
la noia dei giorni,
i miei sogni.
L’ampio patagio
della notte,
pipistrello nero,
che ancora
mi incombe…
Da questo notte
c’è vento forte
e per la strada
si fatica a camminare.
Oggi due persone
che non conoscevo
mi hanno detto
che sono dimagrite
senza motivo,
in quest’ultimo mese,
una alla fermata dell’autobus,
una dal verduraio.
Io non sapevo che dire,
le ho consolate
come potevo.
Poi, a casa,
mi sono guardata
negli occhi allo specchio
e mi sono domandata
quale mai fosse il senso
di tutto questo.
Perfido il tempo
cancella i ricordi
così io ti invento
ridisegnandoti.
Passo le dita
intinte nel vento
su fogli di vuoto
le ciglia i tuoi occhi
il naso la bocca
e quelle parole
che ancora risento…
Efelidi e rughe
sulla tua bianca pelle
legge il mio sguardo.
Per noi si fa sera,
sorelle calla.
Così distanti, noi due,
nell’amore, nei tempi.
Tu già mi lasciavi
io ti correvo incontro.
Io non dormo
niente dorme
questa notte.
Tutto vibra
percezione forte
del respiro
dell’universo
ansia di vita
presagio di morte.
Energia.
Una cometa imbizzarrita,
sparsa le chiare chiome,
galoppando nell’eterno,
splendida Walkiria,
si schianta
contro un mondo
ma prima
mi sfiora…
Pomeriggio di musiche celtiche
un po’ mi piace e un po’ no.
Mi spaventa questo arcobaleno,
mi annoia a morte e mi seduce
la cornamusa. Troppa natura intorno,
troppa vita tranquilla, è un po’
come la morte. Però adoro la mia noia
per questo ascolto.
Come sempre
come tutte le sere
suonano le campane
della chiesa sul mare.
D’inverno è diverso,
già la notte ha ingoiato
il campanile. Eppure
din don dan
suonano le campane.
E come sempre
arriva il crampo al cuore
di un’estrema tristezza
per non sapere
dove tutto questo mio tempo,
speso male, speso bene,
dove tutto questo tempo,
speso come solo io so fare,
dove tutto questo mio tempo,
tramonto dopo tramonto,
va a finire…
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