È già l’ora
e le tende
trascolorano in rosa.
Anche le nuvole
sono petali rosa.
Dietro ai cortinaggi
pudico il cuore
nascosto
spera ancora.
È già l’ora
e le tende
trascolorano in rosa.
Anche le nuvole
sono petali rosa.
Dietro ai cortinaggi
pudico il cuore
nascosto
spera ancora.
Pandemia
Endemicamente fiorisce
questa malinconia dolorosa.
Quasi bella, sboccia come una rosa
da radici di neve e sangue e spine,
dovunque tu voglia,
anche ai margini di una rotatoria.
Ed è contagiosa. Si sparge
con questi sospiri bronchiali,
alveolari, ali di pensieri, e vola
sotto forma di spora. O samara,
leggera come fosse primavera.
Appassisce un anno intero
nella mente, nel cuore.
S’ arrossa la congiuntiva,
essudando rimpianto, paura,
attesa e speranza, forse,
di vita futura migliore
da quel piccolo foro ai lati
dell’occhio caruncolare,
rosa rossa del male.
Le lacrime sono il vettore.
E diventa pandemia questo lutto
cocente da fine imminente
di un anno di vita, la nostra,
condotto assai mediocremente.
Infetti
Noi siamo umorali,
leggermente lebbrosi
e un po’ contagiosi.
Per buoni motivi,
che noi comprendiamo,
parenti ed amici
si mostrano schivi.
Così siamo soli,
ma, pieni d’amore,
a tutti auguriamo:
“Buon anno, brindiamo!”
La rotatoria
Alla rotatoria c’è un posto
dove andremo a mangiare
e, se tu vorrai, resteremo a dormire.
Non è che ti chieda di fare all’amore,
soltanto brindare, mangiare, gioire.
Se poi tutto questo ti farà innamorare,
allora saprò come farti godere.
Sarà il buon inizio di una storia importante,
oppure la fine di un anno normale.
A tutti gli amici che mi seguono un sincero ringraziamento per essermi stati sempre così vicini e avermi dato con il loro sostegno la voglia e l’entusiasmo necessari per condividere qui pensieri e emozioni. Auguro a loro e a chiunque passi di qui un sereno anno nuovo in cui possano realizzare le proprie speranze, i sogni segreti, le loro aspirazioni.
E poi, la mattina,
com’è bello lo spiaggiarsi
della sabbia quieta
dopo la marea lunare,
con il ventre pregno
delle carezze del mare,
segni di onde,
onde disegni,
stese ad asciugare!
Verso le dune
corre ancora
l’orma del trampoliere.
Oggi la luna
tramonta a quest’ora
e l’alba si spoglia
stracciandosi le vesti
in piccoli brandelli rosa.
Sai come mi piace
il tramonto quando è rosa
e tutte in rosa
trascolora le cose…
Il cuore nel costato
è una piccola cosa
oppressa dal bello
e dall’orrore
in eguale misura…
Come un fantasma
mi aggiro per la casa
seminando di me
più di quello che pensi
a impregnarla d’amore.
Si veste di rosa la sera
di sete leggere e di veli
intessuti con fili di sole
e canta sdraiata sui tetti
con voce di dolce sirena
il canto eterno del cielo.
Mi fa bene saperlo,
mentre mi giro
insonne nel letto,
che a quest’ora
da dietro la collina,
senza far rumore,
s’alzerà il mattino.
Incertezza grigia
dell’assenza sospesa
della notte, delle stelle
e della luce nuova,
questo, per adesso,
è il solo giorno che filtra
dalle vecchie gelosie
brutalmente sconnesse
della vita mia.
Poi, ecco le gialle serpi
di quello che fu il sole
ad allacciarmi i polsi,
a farmi alzare in fretta
in cerca di un caffè.
Ma, se io fossi là,
dove non sono,
in alto, sull’oriente,
sarebbero sorgenti
di fiumi rosa e d’oro
a generare in cielo
il lago dell’Aurora.
Quando io ti davo
baci di camelia,
solo io sapevo darli,
io sola,
e tu fingevi di amarmi
e la passione si tingeva
di petali rosa,
io la credevo eternità
ed era solo primavera.
Vedessi com’è bello
il giardino anche di sera
per l’esplosiva voglia di colore
che la camelia in rosa emana!
Ed il buio allontana dalle fronde
le sue ladresche fosche mani.
Sotto c’è la primula pratile
che canta in giallo rosso viola
con toni e semitoni da corale.
Ed il ramo del susino li sorvola
con l’ala nuziale dei suoi fiori.
Pare che piova il cielo, amore,
disciolto in un azzurro che scompare…
Rosa tramonto il cielo…
Quattro scogli neri
gettati contro il mare
e un pezzo di molo
a generare calmo
uno specchio turchese
dove l’anima prega
prima di nuotare.
Uovo all’occhio
mela e purè,
questo stasera
io mangio
e non desidero altro.
Era il mese di maggio,
ricordi, mammina?
Nonna Amalia
mi portava al rosario
ed il sole al tramonto
decorava la chiesa
con l’ombra lunga
e nera della rosa
che di rosso
fuori splendeva.
Ah, come mi sentivo buona!
Tu, a casa, intanto,
preparavi la cena.
Commenti recenti