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Paesaggio di fine estate

By Poesia No Comments

Settembre stira pigramente

le membra abbronzate al sole rovente.

Stanco è il suo dorso offeso duramente

dal fuoco e dal fango di una deità inclemente.

Vorrebbe rosseggiare lietamente,

strapparsi I capelli rossi cadenti,

adornarsi di pampini i fianchi,

danzare alle piogge argentine

guardando i fossi gonfiarsi

e l’orgoglio delle anatre mandarine

che scendono pigramente

con la prole pasciuta la corrente

e respirare i venti mollemente,

chiudendo l’estate lietamente,

con le ultime rondini al raduno

e partenza di primo mattino.

 

 

Telegiornale di domenica 7 maggio mentre suonano le campane del duomo

By Poesia No Comments

Nata nel mondo della vergogna

mi bagno di sangue

in ogni mio giorno,

ne sento l’odore

ne vivo l’orrore,

non voglio sapere,

non voglio vedere…

Travolta le membra

da grande pietà

e rabbia e dolore

per come noi siamo,

noi, figli dell’uomo,

io voglio fuggire,

ma sono pesante

di lutto, di fango,

dell’immonda sozzura

di chi uccide il fratello,

ne mangia le carni

e offre l’agnello…

 

Íl tempo che non so… (riflessioni di un biologo al tempo del Corona)

By Poesia 6 Comments

Non ho più tempo per niente

e allora faccio festa,

cavalco la mia bestia

selvaggia e guerriera

e respiro la sera

che esce esalata

dalle froge anelanti

della mia cavalcatura

e finalmente io grido

così, per cantare la rabbia

e, perché no, la paura,

che disegna ad oriente

il colore infocato

di un’ alba inesistente.

Invece è già notte

e cola dai tetti liquame

di fogna, fango di sugna,

destino soccombente

di un’umanità morente

che non può proprio niente

contro il vero vincente,

un embrione di vita

con tanto potere generante,

forse meno di un prione,

ma molto più di un regnante…

 

Lungo il lungarno

By Poesia 4 Comments

riccardo-controcorrente-effetto-olio-su-rame

Stai cercando il tuo vero,

ma nel posto sbagliato

e in un tempo d’inferno.

Soffocato dall’ansia

dell’afosa calura,

percorrendo il lungarno

hai perduto anche l’ombra

la tua sola compagna.

È lo zenit spietato

a privartene adesso,

se aspettassi la sera

ce l’avresti al tuo fianco

e hai l’aura di fango,

ripescata dal fiume.

Cerca ancora le piume

e ridalle al tuo cuore

per un volo nel vento

a vestirsi di cielo.

Ferma il passo straziato

dalle piaghe terrestri

e riposa la mente

sotto i biondi capelli,

o viandante del fato.

No, non c’è una risposta

per il male e l’affanno.

Come l’acqua che passa

sotto il ponte in eterno,

tutto va, poi ritorna…

Le anatre di Torre del lago Puccini

By Poesia 3 Comments

le canne di Torre del lago

L’isola delle canne

se tu ti avvicini

pulsa di pigolii

e c’è un vento pulito

che gioca col lago

biondo di fango

ed è primavera

e le anatre mamme

vengono e vanno

e non ho altro da dire.

Da dare. Verde di vita

se fosse il mio tempo

sarei anche felice…

Piange la Primavara

By Poesia No Comments

Primaverafiorita

In equilibrio

su enormi zeppe

di giunchi intrecciati

rivestite di fiori

caracolla la Primavera.

La potresti incontrare

sui prati

inzuppati di fango,

più donna meno bambina,

coi capelli bagnati

di pioggia

a rimpiangere il sole

del primo mattino.

Con la candida veste

che ha rubato

all’aurora

incollata al suo corpo

tremante di vento

la potresti vedere…

Si siede sul bordo

del fosso, si china

a interrogare le rane

sul destino di morte

di gialle giunchiglie,

degli iris stremati

dei bianchi narcisi.

Si specchia nell’acqua,

la potresti vedere…

Pensa:

“Ero molto più bella

quando l’arcobaleno

mi cingeva la chioma!”

E piange più forte

e tu vedi che piove…

Il volo

By Poesia 8 Comments

fenicottero bianco nero

Tu che la primavera già fuggi

e il rosa fenicottero dei sogni,

tu che le piume dei tramonti

e i canti di cristallo dell’amore

in marcite di fango disperdi,

spiega il tuo volo già oggi!

Non senti, davvero non senti,

nell’aria, nelle acque, nel vento,

che il giorno del volo è già giunto

che è tempo, tempo di migrare?

Bianco e nero

By Poesia No Comments

arrabbiata-

Ciao. Devo lasciarti

al tuo fragile destino.

Tu, farfalla visionaria

che in ogni goccia

di rugiada vedi Dio

e che non mangi

aspettando di volare.

Io. Accidente immerso

in un miscuglio di cibo

di fanghi di dolore

di sangue e di piacere

un fiume lento denso

che chiamo Vita ed amo…

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