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Povera domenica

By Poesia 2 Comments

Suona il salterio

questo piccolo vento,

sezionando in cristalli

un freddissimo cielo

in splendori d’aprile,

anomalie di silenzio

ovattando le orecchie

sempre tese a captare

il rumore normale

della vita che va.

Non ci sono gabbiani,

tace il tetto ed al suolo

solo asfalto e abbandono.

La domenica qui

pare proprio un deserto,

non importa per quanto

la campana del duomo

ha chiamato e chiamato

le sopite virtù

di una fede ormai morta,

di una Pasqua che fu.

Ma qualcosa si muove,

rattrappito dal gelo,

stracci sporchi sciorina

un risveglio a fatica,

sotto il portico scuro,

sulla panca di pietra,

sui gradini maestosi

dell’ufficio postale.

L’ungherese sta bene,

gli altri ancora non so.

 

Pasquetta

By Poesia 6 Comments

Si consuma della città

l’anima spenta.

In un calmo deserto

di scopi e d’intenzioni

rimangono i palazzi

con i visceri colmi

di fatica di ogni giorno

di rabbia, frustrazioni

e delusioni, il lavoro

dell’uomo, le sue grida.

Sono chiusi anche i bar,

così non berrai, oggi,

raro viandante,

né acqua, né caffè, né vino,

né l’aperitivo a pochi euro

che qui calma il dolore

l’appetito e la voglia

mondana di apparire.

Dove saranno, tutti?

Forse al mare, forse in gita,

a consumare in un giorno

le speranze. Per riprendere,

domani, ad appassire

trasfondendo la vita,

nelle vene sfiancate

di queste grigie strade.

L’esito

By Poesia No Comments

cuore d'arancia.jpg

Spremuto il cuore

fino all’ultima goccia,

povero agrume rosso,

ridotto pelle e buccia,

-almeno è passato

il tempo dell’attesa-

svenato di speranza

or giace nella sera.

Si sdraia il deserto

di un opaco tramonto

spatolato dal vento

sul muro di casa

a inventare la mica

di pallide stelle

e il viscere esposto

della mia delusione

continua a pulsare,

ma sempre più piano.

Faretti in corridoio

By Poesia 2 Comments

faretto-rosso

Mi costruirò tramonti in casa,

scenari di deserto

e verdi acquari trasparenti

con i faretti e qualche clic

e, naturalmente,

un programmatore intelligente.

Basterà questo a placare

la mia voglia di viaggiare,

a far tornare nella mente

il respiro sanguigno

del vento del mar Rosso

e la sagoma del Sinai

e il suo fuoco che la notte

si ingoiava in un sol morso ghiotto?

Clic. E spegnerò il ricordo

col telecomando, abbuiando

il corridoio e la mia mente.

Come mi compenserà il soffitto

per aver perduto il giorno?

Chi mi ridarà le stelle?

Sete

By Poesia 6 Comments

rosazzafonteuno

Quando vengo da te

col cuore assetato

e la gola riarsa

dal deserto dei giorni,

quando la voce manca

per raccontare,

quando un bicchiere

d’acqua fresca

sarebbe abbastanza

per ricominciare,

quando una mano gentile

che sfiora la fronte

mi farebbe guarire,

da oggi lo so,

tu non sei la mia fonte.

 

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