Sono belle le città
vicino al mare
dove le vecchie barche
si fermano nei prati
a riposare
spiegando in sogno
al vento vele nuove,
fra ali di gabbiani
in bianchi voli.
Suonano di ossa stanche
i miei già lenti passi nella vita
e più la primavera affanna i rami
di fiori gemme e nidi nuovi
e inventa cieli azzurri e voli
più io mi sento estranea e grave
e più si fa vicino il bianco giorno
in cui mi donerò all’inverno
e gli sarò compagna in gelide contrade.
E adesso cosa fai,
polvere di farfalla
i sogni le speranze
e nessuno che ci crede?
Lo vedi come sei ridotta,
le ali tutte a buchi
i pigmenti spenti,
i voli raso terra
derisi tormentati?
Urlerò demenziale
se non posso andar via,
dibattendomi piano
nel grigiore autunnale,
poi un tumulo grigio
che continua a sognare…
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