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Bello e bruno

By Poesia No Comments

Si scaffala la memoria

in cassetti polverosi,

poi, un giorno, tu,

come un pagliaccio

a molla, salti fuori.

Ma come ho fatto

a non pensarti mai

in tutti questi anni?

E come hai fatto tu,

che hai rovinato tutto,

a non pentirti mai

e a non cercarmi?

Ah, inutili pensieri

devastati dai tarli!

Tu fosti bello e bruno

e pieno di disprezzo,

la donna intelligente

proprio non ti piaceva,

me lo dicesti anche,

però baciavi bene

e mi sentivo, allora

così tradita e sola

per altri ingrati amori…

Ti volli, ti sorrisi,

illusa di cambiarti…

Sei vivo, o forse morto,

proprio non me ne importa.

Ora ti ficco dentro,

dove sei sempre stato,

solo mi spiace un poco

di averti ricordato!

 

 

 

Frutta e sale

By Poesia No Comments

Far valere la vita

è spenderla tutta

investendo al meglio

ogni giorno

quel che per quel giorno

ci è dato.

È poco? Spendi poco,

spendilo bene

compra la frutta,

mangiala tutta,

lascia giù

quel che è marcio.

È tanto?

Spendilo tutto

con piacere, per te

e per quelli che ami.

Offri il sole, il sorriso,

anche il dolore.

Sempre respira.

Non gridare. Respira.

Non piangere da vivo.

Ridi piuttosto del destino.

Costruisci ricordi

da voler ricordare

per te e per chi resta.

E comincia a baciare,

impara a sperare,

La speranza non è

una merce proibita,

anzi è il sale della vita…

 

Depressione prognostica

By Poesia No Comments

Clamoroso, mi sto rompendo!

Sento quel bang nel cuore,

poi non mi muovo più per ore.

Sono un guerriero finito,

con una spada nel fianco,

non vedo né pace né gioia,

né, tantomeno, ritorno.

I miei alleati più fidi,

guerriglieri giorno per giorno,

cioè i miei desideri,

anche quelli cretini,

sono stati glassati

da mix micidiali di statine

e voracemente inalati

da ossigenazioni forzate.

Così ora respiro e non vivo,

con un albatros morto

che mi pende dal collo

e questo è quanto.

 

La scienziata pazza (abbecedario)

By Senza categoria 6 Comments

Avatar,

Biotecnologico bipede,

Clone cibernetico,

Dinamico

Esemplare elettronico,

Futuristico

Giocattolo

Ho

Inventato.

Lusso

Moralmente

Nocivo,

Oppure opera

Preziosa,

Quantico

Ragionante robot,

Sostituto

Tecnologico, tanto

Utile utensile

Virtualmente vivo

Zoomorfo?

 

Storia di un lavandino rotto

By Poesia No Comments

Condizioni non brillanti

e eventi contingenti

sono la stoppa intorno

a un tubo un po’ rotto,

il mio vizio di raccontare

anche quando non posso.

Così parlo di meno, ancor meno

io canto, mantengo soltanto

quel niente di flusso

che è un po’ il mio respiro,

mi vive ed io vivo…

Tutto qui. Questo è quanto.

 

Avevo sedici anni (ballata popolare)

By Poesia 2 Comments

Ero bella, malata,

bianca, splendente,

quando segretamente

caddi innamorata.

di un uomo assai più grande.

Fu allor che mia sorella

prese a desiderare

un cane ardentemente.

Mia madre lo negava,

mio padre, conciliante,

fece apparire in casa

quattro pappagallini

Non fu la stessa cosa.

Li nutrivamo a turno

con semi piccolini.

Quei carcerati, alati,

di certo disperati

mai vollero cantare.

Vicino alla finestra,

al di qua della gabbia,

anch’io guardavo il cielo,

fingendomi in prigione

e forse già lo ero,

languendo di dolore

invece di volare.

Dei poveri uccellini,

ci fu chi prese un male

e non potè guarire,

chi, coraggiosamente,

prese la via del sole,

non volle più tornare.

Romeo rimase solo

e prese a gorgheggiare

per un intero giorno

e poi morì d’amore.

Io, molto lentamente,

volli dimenticare,

piano guarì il mio corpo,

e, mai del tutto, il cuore.

Ora son qui che vivo

e vivo gorgheggiando.

 

Stanchezza

By Poesia 2 Comments

Stanchezza

Lo chiamerò walzer, se vuoi,

però è un ballo straziante,

si  sente ad ogni battuta

il passo strascicato della morte

più svelto, sempre più svelto,

col passare del tempo.

Mi fa mancare il respiro.

Ah, se  potessi fermarmi

per guardarmi un poco in giro

e ascoltare il mio silenzio,

ma non posso, finché vivo!

L’ora oltre

By Poesia 8 Comments

Tu fosti

Chissà che in quest’ora molto inquieta

tu non venga accanto a me per poco,

il tempo per le labbra di sfiorarsi,

raccontarsi la vita in un sospiro

e poi tornare, ognuno, nel suo mondo

e, quel che è peggio, amore antico,

nel suo tempo, gementi, come larve,

di inutile dolore e di rimpianto.

Tu fosti. Sono ancora e in me ti vivo…

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