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Povertà d’amore

By Poesia No Comments

Tristissima di povertà non sonora

-non mi lamento, non piango, non racconto-

mi sfogo sull’eczema di un braccio e poi mi fermo.

perché il sangue romperebbe il segreto.

E mi vedo sul greto del torrente di Albenga,

quando ancora non sapevo niente di niente

e per questo speravo e ridevo ed ero il re

del mio piccolo mondo, che confinava col mai

e col sempre, per quanto vicina io ero alla nascita

e lontana, lontana dalla mia morte. Eppure

qualcosa intuivo, quando la sera vorace

si mangiava la mamma, se nessuno accendeva

la luce di casa e il suo bel viso un po’ triste

splendeva nel bagliore inquietante dei lampi

e, in fondo in fondo, la Gallinara era nera,

o quando la mite oca bianca delle rive del Centa,

senza volere, mi feriva con la lingua coperta di denti

se con la piccola mano le davo il mangiare

e io ci rimanevo molto male… Perché mi morde?

Così adesso sono tale e quale a quel tempo

e, da dentro il cuore, esigerei esser nutrita

d’ amore e mi vergogno, lo so che non va bene,

ma vorrei averne almeno quanto ne ho dato.

Pareggiare, in questa maremma amara di ora,

quasi tutti i conti e, posta la mummia semiviva,

l’indegna quiete in cui mi trovo bendata adesso,

sul letto di tutte le sere, morire finalmente d’amore.

 

Deificazione (piccolo esercizio di poesia cortese)

By Poesia No Comments

Per quanto averti

sia impossibile,

piccola chimera

dei miei sogni,

io vorrò darti

motivo di amarmi.

Io ti darò l’Oriente

di albe perfette

e tutti quei cieli

che porto nel cuore.

Tutti i miei giorni

il mio primo pensiero

sarà il tuo viso,

sei tu il mio sole.

Io coglierò i fiori

che sotto ai tuoi piedi

genera terra

al sentirti passare.

Ti darò il gelo

del mio ultimo inverno,

ti darò il fuoco

che accendi nel cuore.

Ti darò il tempo

di ogni respiro,

da quando ti vidi

all’ ultimo giorno,

ti darò il sempre

che ti fa eterna,

perché eterno

è l’amore che provo.

Riflessi di me

By Poesia 7 Comments

riflessi di me

…Poi quei momenti di cristallo

quando mi trovo a rispecchiarmi

e vedo i miei occhi fuori me

che mi guardano un poco dilatati

e poi il pallido stupire del mio viso

e la bocca che trema non trovando

né parole, né risposte alle domande :

Che ci faccio, ragazza, in questo mondo?

E perché proprio adesso proprio qua?

Una giostra che gira fino a quando?

E mi perdo nella mia muta identità.

Per l’immagine che illustra la poesia, mi sono liberamente ispirata al dipinto dell’artista Giorgio De Cesario “Donna allo specchio” ammirata della sua stupefatta intensità.

La nuca muta

By Poesia 9 Comments

Nuca

Cerco nella tua nuca

i segni del tuo umore.

Vorrei vederti il viso,

ma non posso. Così indovino

dalla rigidità del collo

e dal vestito nero

che non so né chi, né quando,

ti ha rubato il sorriso.

Madre non so

By Poesia 10 Comments

madre ritratto

Ho una voglia tremenda

di disegnarti

varcare i contorni

della morte

graffiando il foglio

coi tuoi rugosi contorni.

Madre non so!

Non ricordo il tuo viso

e non c’è foto,

per quanto io cerchi,

che ti ritragga

per come eri dentro

e  l’occhi azzurro

tremendo

che vedeva oltre

e noi ridevamo,

ma quello che diceva

era tutto vero…

Selfie

By Poesia 7 Comments

selfie

Perplessa come una luna

aspetto sentimenti

che sgorghino dal cuore

rughe a quadretti

reti di esangui attese

ritraggono il mio viso

di ansie di sorrisi

e di emozioni antico…

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