Ecco che piove, infine.
Forse ci farà bene.
Intanto, qua fuori,
il tavolo deserto
offre il suo grembo
al pianto del cielo.
Nudità del dolore,
grande silenzio
di cani, passeri
e poveri umani.
Lontano, col vento
l’urlo grigio del mare…
Ecco che piove, infine.
Forse ci farà bene.
Intanto, qua fuori,
il tavolo deserto
offre il suo grembo
al pianto del cielo.
Nudità del dolore,
grande silenzio
di cani, passeri
e poveri umani.
Lontano, col vento
l’urlo grigio del mare…
Galoppando furiosa
sull’urlo del vento
sgominai della notte
fantasmi e dolori.
Con fendenti di luna
squarciandole i seni,
sciami di stelle
ne feci sgorgare,
e, molto più tardi,
fiotti d’aurora…
Parlo di me
ai grattacieli della notte,
muraglie di nuvole e stelle
cui, con arpioni uncinati,
s’appigliano le mie vergogne,
i miei sogni e l’urlo d’orrore
di questo mio non dormire
e salgono, brulicanti colonne
di formiche nere nel nero,
fino alla speranza di eterno
celata dal velo del cielo.
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