Non mi vedo più
da nessuna parte.
La casa buia
a limitare il caldo
e solitaria.
Tu che, come un gufo,
giri in giro muto
il capo incanutito,
io, come un sacco
svuotato,
la miseria dei miei seni…
E vado come posso
e sfioro i muri,
lieve il mio deambulare,
polveroso.
Intanto il giorno cresce
e cresce dentro me
un urlo che fa male.
testo sospeso tra silenzio e tristezza, te lo rubo per il Domenicale del 23 agosto
Grazie Almerighi, ruba pure, ne sono contenta!