In fondo al cielo
il rosa del tramonto
e averti in me
come nube leggera
posata sul cuore.
Stormi di nubecotteri
si staccano dall’orizzonte
così pesanti
da cadere dal cielo
e bruciare al tramonto.
Rosa tramonto il cielo…
Quattro scogli neri
gettati contro il mare
e un pezzo di molo
a generare calmo
uno specchio turchese
dove l’anima prega
prima di nuotare.
La casa del tramonto
ha finestre di cielo
dove bussa la notte
vestita di nero.
Lì respiro del mare
il respiro.
Altro non odo.
Ieri il tramonto
versava zaffiri sull’acqua
e lava lucente
sulla cresta dell’onda,
tanto bello, sapessi,
che si restava a guardare,
non io sola, ma tanti,
compagni casuali
in uno stordimento
da fumeria d’oppio,
e ti sentivi lento,
ma contento
e avevi voglia di cantare,
come se il sangue
ti si fosse sciolto
nel rumore del mare,
ecco che cos’era
quel roseo schiumare,
un anemico sdilinquimento
senza dolore, un dolce morire,
e non sapere, mio caro,
se saprai ritornare…
Uovo all’occhio
mela e purè,
questo stasera
io mangio
e non desidero altro.
Era il mese di maggio,
ricordi, mammina?
Nonna Amalia
mi portava al rosario
ed il sole al tramonto
decorava la chiesa
con l’ombra lunga
e nera della rosa
che di rosso
fuori splendeva.
Ah, come mi sentivo buona!
Tu, a casa, intanto,
preparavi la cena.
Spremuto il cuore
fino all’ultima goccia,
povero agrume rosso,
ridotto pelle e buccia,
-almeno è passato
il tempo dell’attesa-
svenato di speranza
or giace nella sera.
Si sdraia il deserto
di un opaco tramonto
spatolato dal vento
sul muro di casa
a inventare la mica
di pallide stelle
e il viscere esposto
della mia delusione
continua a pulsare,
ma sempre più piano.
Solo una fantasia di cielo
niente di necessario e vero
mi riporta da te liberamente,
libera mente a ripensarti
come se… perduto quel tempo,
perduto quel tramonto e la città
che si sdraiava sotto a un sogno,
(noi due lunari bianchi di pelle,
come siamo sempre stati entrambi,
su un anonimo colle a guardare
un futuro che ora sappiamo
che non c’è) come se…
domani ci potessimo ancora
reincarnare e, come ci amammo,
ancora, amore, amare.
(Nell’immagine, Amore e Psiche di Antonio Canova, modificato e inserito in in un paesaggio fantastico da me composto)
Commenti recenti