Tutti questi litri
di liquido amniotico
riversati nel mare
di sogni agitati…
Io ti desidero, madre,
e ti riconosco
e ogni notte ritorno,
ritorno e mi immergo
e comincio a nuotare,
ma da sempre è fatica
e paura e freddo piacere.
È questo che provo
spezzando l’onda scura
del mistero abissale.
Perché mi respingi,
carissima madre?
O forse mi ami a tal punto
da allontanare da me
il meriggio fatale
(già il sole al tramonto
mi acceca lo sguardo)
e impedirmi di andare?
Sono convinta che ti ama immensamente. Forse dipende anche dal suo carattere. Si paziente e amala a prescindere, che scelta hai? ? ? ?
Carissima, grazie del tuo consiglio. Ho amato molto mia madre, che non c’è più, però è sempre nel mio cuore. Nella poesia la madre e il mare sono il simbolo del grande ritorno al tutto, o al nulla, all’estrema conoscenza o al totale annientamento (e chi lo sa?)… attrazione e terrore insieme… l’ultimo tramonto…
E sì, si vive senza sapere il perché di alcuni atteggiamenti o motivazioni. Ma amala comunque ????????
Molto bella
Grazie Giuliana!
Davvero bella
Grazie Antonella!