Trascinando il suo carro
impolverato di sole
Apollo stanco
al chiuso lo ripone.
Striglia Eòo, Eto,
Flegonte e Piròo
ed ogni sera li guarisce
con l’acqua dall’arsura
con le mani dalle ustioni
alle povere ali.
Poi la biada…
Non sa se questa
vita eterna sia beata
non sa se a oriente
tornerà per liberare
il sole ancora domani…
Non voglio più sapere
che cos’ho.
Lasciatemi i miei mostri
dentro.
Prenderemo il sole al mare,
io e loro.
Una lastra di rame
appiattito il mio cuore
acidato dal sole
e dal tempo che va.
Sempre corre la strada
più lontano da te…
Altri bucati stesi ad asciugare
altre mani in volo sulle corde
nuove voci, altre parole
stesso vento, stesso sole…
Quando il sole, al di là della foresta,
corre libero lungo la pianura
e per le mandrie è già l’ora di tornare
e noi qui, sotto gli alberi che sono già neri
fitti di ricordi, di rimpianti, di pensieri
tanto che pare già scesa la sera
per noi prigionieri, ecco, in quest’ora
raccoglierò a terra, fra gli aghi di pino
gli ultimi raggi dorati, come fossero crini…
…e intrecciarli per far comparire l’antico:
i nostri balzi guadando il torrente
per lasciare la strada alle mucche
così impazienti, e noi pure,
perché già giungeva il tramonto
a dipingere d’oro e l’acqua e l’amore
e le risa dei nostri bambini…
Strano mare oggi a Tirrenia, colorato di tempesta e di alghe. Le onde galoppavano in tutte le direzioni, con effetti particolari…
(Sullo sfondo è visibile la Gorgona)
Haiku
Un’onda verde
attraversando il mare
nel sole appare
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