Skip to main content

Tutto questo mio tempo

By Poesia No Comments

san jacopo

Come sempre

come tutte le sere

suonano le campane

della chiesa sul mare.

D’inverno è diverso,

già la notte ha ingoiato

il campanile. Eppure

din don dan

suonano le campane.

E come sempre

arriva il crampo al cuore

di un’estrema tristezza

per non sapere

dove tutto questo mio tempo,

speso male, speso bene,

dove tutto questo tempo,

speso come solo io so fare,

dove tutto questo mio tempo,

tramonto dopo tramonto,

va a finire…

La pendola

By Poesia 6 Comments

pendola

Nudità estrema della sera.

Chiacchiere altrui

dalla parete accanto

l’anima trema.

Ho fermato la pendola

per non sapere del tempo

eppure la notte

mi fa ancora paura.

Una sera, un bancomat

By Poesia 4 Comments

bancomatpittoricocornice

Mescola le carte

la memoria

pescando foto

mai scattate.

Ora so

di che colore era

quella sera.

Era sceso l’azzurro

su ogni cosa

e il giallo forte

della luce artificiale.

E poi il colore

che non si dipinge

di momenti

che chiamiamo felici.

E tu, col tuo cappotto

blu e io che ti aspettavo

fuori. Noi

Glicine del muro antico

By Poesia 3 Comments

glicinetruccatoinviolauno

Blande parole tiepide

parlava la sera

sorgendo dal lago,

di grigie brume velata.

Tenace si abbracciava,

come il tuo giovane corpo

al mio, stanco, senile,

il glicine in fiore

al terrazzo sgretolato.

Soavità dei petali,

parole lilla,

quasi non dette,

deliranti promesse

parlavano

le nostre bocche,

corolle tremanti,

penduli grappoli

di baci e sospiri

abbandonati alla notte.

Non era maggio, ancora,

un merlo fischiava,

inesausto, il suo canto.

L’amore, sfinito,

odorava di glicine,

di rimpianto leggero,

pioveva,

piangevi,

piangevo

Inverno a Settembre

By Poesia 6 Comments

Bernatenevecornice

Ricominciavo a Settembre

ad amare l’inverno.

Aspettavo il buio, il silenzio,

la precocità della sera.

Il cerchio giallo di luce

disegnato sul tavolo

dal lampadario.

E io ci stavo dentro.

Scrivere. La solitudine.

Il guscio caldo della casa

intorno a rivestirmi l’anima

nuda come una lumaca.

Lo strisciare lento dei giorni,

la lunga scia di parole.

Cercarti. Mentirti.

Dirti: “scaldami, ho freddo!”

Invece era amore…

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: