Finta la transumanza
anche la più bella mucca
la più premiata è nella stalla,
in terra la coccarda ambita
e sfatti i calpestati i fiori.
Eppure il paese è stato in festa
e c’era il mercato e ridere,
a noi, non è costato niente,
come l’amore che rubavi
al bianco dei miei denti
e alla lievità dei miei pensieri.
Sono partiti tutti i villeggianti,
gli alberghi sono chiusi,
la sera si è fatta fredda e silenziosa
e se non mi copro batto i denti.
Ti darò un figlio a fine primavera.
Non prenderai quel treno, spero,
di cui, d’inverno, parli sempre
e io ti credo, mi dispero e piango
e tu, ridendo, mi baci e mi consoli…
bella e malinconica come settembre, percepisco quell’aria di saluti tipica di un viaggio, come l’estate che finisce e chiude gli occhi questa tua possiede la speranza di un nuovo inizio. Complimenti
Grazie Sarino per il tuo commento garbato e sagace. Un po’metafora, un po’ novella, questa poesia in effetti lascia aperto un coraggioso piccolo spiraglio alla speranza:-)
sempre molto delicate le tue poesie.
Grazie Giovanna!
grazie a te! buona serata Silvia
Altrettanto a te! ::-)