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Genova, non torno!

By Poesia One Comment

Un amore annoiato,

come di un figlio

col genitore malato,

un ombrello, ché tanto

lì pioveva sempre,

più pianto che congiuntivite…

La discesa e poi via Venti,

io, rimbabinita di vetrine

e fare tardi da insolente,

per perdermi il suo sguardo

vagolante, come candela

che si spegne. Per perdermi

quel suo morire piano,

anno per anno, mese per mese,

istante dopo istante.

Così, dopo le gite dai notai,

non sono più tornata, mai,

città mia superba, ma davvero,

che ti apri, mi seduci e non ti dai.

 

Nudo femminile

By Poesia 8 Comments

Quante di me

nudità tu vedesti?

Le mie fonti, assetato,

di giovane ninfa

anelasti ed accolto

fra i miei seni moristi,

per risorgere nuovo

al divino connubio.

I miei lombi dischiusi

come petali estivi

tu vedesti scostarsi

e con mani commosse

accogliesti tuo figlio

e l’odore di vita

come fiera fiutasti.

Oh, felice animale!

Che momento fu quello!

Piangevamo ridendo

con i baci sgranati

fra i magnifici denti.

Per lunghissimi anni,

l’amore fluendo,

io fui la tua donna,

con la pelle ben tesa

ed il petto fiorente

e mi avesti al tuo fianco,

così forti e felici

e io così bella

e la ὕβρις sfrontata

da sfidare il divino.

E la νέμεσις eterna

alla fine arrivò

e mi prese le carni,

la mia polpa violata

coi suoi morsi staccò.

Il mio corpo corrotto

or sostiene il tuo sguardo,

il tuo ciglio velato

di dolore e pietà.

Ah, gli amplessi dei corpi

or ridotti a un sospiro!

Or le mani soltanto

tu mi stringi di notte

con amore infinito

e a me misera doni

un’eletta beltà.

Certe volte mi baci

appoggiando la bocca

alle labbra anelanti,

mi ci soffi il tuo fiato

mente imploro in affanno:

“Dammi ancora la vita,

un minuto, pietà…”

 

Incubo apocalittico non necessariamente predittivo

By Poesia 4 Comments

Squassata dentro

dalla troppa violenza

del vento furioso

alle porte del tempio,

vinta dalla sfida del figlio

ancor prima di giocare…

Su ginocchia di marmo

crolla la cattedrale,

le vetrate librandosi

in colori taglienti

come folli farfalle

in volo absidale.

Si genuflettono le scale,

pendono i Serafini

dalle volte a crociera,

sesquialati pipistrelli

in bozzoli regali.

Rutilanti Troni vorticano,

divino ardore

di ocelli inquietanti

in sé manifestando.

Quanta ira ci fu, ci sarà

o forse c’è proprio ora?

Con la Geenna che divora

il mondo esterno reale,

grande inceneritore

per i miseri nudi corpi

mangiati dalla lebbra epocale,

i morti senza colpa,

ma anche i pessimi, a volte.

Fugge, ma non si puoi rifugiare,

non fuori dal regno, non dentro,

il profeta, pellegrino infedele

 

Per illustrare la mia poesia  ho avuto il privilegio di accedere allo squisito originale di un bozzetto di vetrata di cattedrale, opera inedita dell’artista livornese Athos Rogero Natali, (1881/1975) pittore, scenografo e ideatore ed esecutore di vetrate artistiche istoriate

 

Buonanotte, caro, a domani…

By Poesia One Comment

Ciao, figlio caro,

il domani è diventato oggi,

bene o male, la notte è passata.

Ma passerà la pioggia?

E passerà l’inverno?

Passerà il confino del silenzio?

E sarà la primavera

costellata di fiori

e i visi di baci

e il sole salirà ancora

alto nel cielo

e torneranno a volare

le farfalle nei prati

e tutto di nuovo

diverrà bello davvero?

Sarà saziata

la fame di abbracci?

Sarà l’equinozio

a portarci la luce?

Tu che corri con l’alba sul mare

e vedi la gente arrivare

e ti fermi a parlare,

conosci, o figlio, un profeta

che risponda

a quello che chiedo?

E sarà, lui, sincero,

mostrandoti gli occhi

finalmente chiari?

 

L’immagine che ho usato per illustrare la mia poesia è una fotografia di Paolo Scarpellini.

 

Lussekatter

By Poesia No Comments

Santa Lucia,

non buttarmi la cenere

dentro ai poveri occhi!

Sono qui, desta,

ma non per i doni.

Ancora domenica

e il vuoto nel cuore.

La casa dorme,

dorme il mio uomo,

tutto è silenzio,

il nido è ormai vuoto.

Faccio la conta,

va tutto bene:

Il figlio bene,

nella sua casa,

il cane bene,

forse ora sogna,

di correre al mare,

piccolo e fiero

è felice davvero.

Bene sorella,

nipoti bene,

una cugina

guarita da poco,

l’altra sta bene.

Santa Lucia,

non mi accecare,

sai cosa voglio

e mi basta davvero.

Quando mi alzo

ti faccio i biscotti,

almeno uno

lo devi assaggiare!

 

Buon 13 dicembre a tutti, in particolare a chi porta questo bel nome, che a me è sempre piaciuto tantissimo.

 

Oggi, a Castiglioncello (dal diario di febbraio)

By Poesia No Comments

Oggi, a Castiglioncello,

mi sono seduta al caffè

della piazza, c’era il sole,

niente vento, una metamorfosi

del tempo che germinava viole

nel grembo dell’inverno,

promettendo un marzo caldo

e fecondo. E c’era la mia corte

di passeri affamati, dignitosa,

senza mendicare mi guardava

con tanti occhiuzzi tondi, attenti

e io facevo la mia attesa mossa

seminando briciole a spaglio

con ampio gesto divino,

un paradiso in terra, la manna.

E c’era un piccoletto bruno,

di piuma, diverso dallo stormo,

bello, sano, forte,

ma terribilmente tardo.

E io che fintavo per dargli

un poco di cibo. Finta a destra,

lancio a sinistra. E sono riuscita,

un poco, a sfamarlo, pensando:

Piccolo figlio, troppo mite…

 

Compleanno

By Poesia 8 Comments

Che un figlio compia quarant’anni

sembra impossibile a una madre,

che si vede ancora intenta ad allattare.

Gli sorride quando passa a salutarla

e si stringe nelle spalle un po’ incurvate

per non sentire tutta la sua fretta

e la sua necessità di andare.

Gli legge gli occhi belli e troppo stanchi

e lo vorrebbe solo consolare

per tutte le promesse che gli ha fatto

quando lo teneva in braccio

per farlo addormentare,

e che la vita non volle mantenere.

E non gli annusa il collo,

come quando era bambino,

mentre si chiede dentro il cuore

se riconoscerebbe ancora al buio

quel suo grande cucciolo sbarbato

profumato, cortese ed elegante

che le illumina la casa quando arriva

e quando se ne va le lascia la speranza

di vederlo ancora ritornare.

 

 

Una madre

By Poesia 2 Comments

la madre

Signore, signore, signore,

quando ti deciderai, ma quando,

a darmi un giorno di serenità,

signore?

Ogni risata pagata a caro prezzo

con la moneta di tutte più preziosa:

le lacrime di perla di mio figlio

e dentro il cuore la voglia di morire,

se solo servisse a farmi perdonare

peccati mai commessi, te lo giuro,

e in cambio da te, o sommo, avere

grande felicità per il suo cuore.

Onde gravitazionali

By Poesia 7 Comments

Propagazione

Che ci fosse

una musica energetica

dell’universo,

come gli dei,

già lo sapevo.

Come gli dei,

la sentivo

col corpo

e col cuore

ed essendo mortale

quasi ne morivo.

Già da tempo

col loro linguaggio

la nominavo

e, quasi morendo,

io la cantavo.

Musica estrema,

spartito grande

di ogni evento ,

di tutto l’amore,

fin dal primo

atto creativo,

ma anche

di ogni morte,

arpeggio

e battimento

di ogni violenta

carezza con cui

ciò che è

fu concepito,

di ogni lacerante

grido materno

per la nascita

o morte di un figlio.

Mai sarà dato

conoscerla intera

fino al giorno

del compimento

e della riunione,

quando il Tutto

ritornerà in se stesso

mai morendo.

Neve a settembre (dalle “poesie molto popolari”)

By Poesia 6 Comments

mucca firmata

Finta la transumanza

anche la più bella mucca

la più premiata è nella stalla,

in terra la coccarda ambita

e sfatti i calpestati i fiori.

Eppure il paese è stato in festa

e c’era il  mercato e ridere,

a noi, non è costato niente,

come l’amore che rubavi

al bianco dei miei denti

e alla lievità dei miei pensieri.

Sono partiti tutti i villeggianti,

gli alberghi sono chiusi,

la sera si è fatta fredda e silenziosa

e se non mi copro batto i denti.

Ti darò un figlio a fine primavera.

Non prenderai quel treno, spero,

di cui, d’inverno, parli sempre

e io ti credo, mi dispero e piango

e tu, ridendo, mi baci e mi consoli…

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