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Amara madre, amaro mare

By Poesia 7 Comments

abisso

Tutti questi litri

di liquido amniotico

riversati nel mare

di sogni agitati…

Io ti desidero, madre,

e ti riconosco

e ogni notte ritorno,

ritorno e mi immergo

e comincio a nuotare,

ma da sempre è fatica

e paura e freddo piacere.

È questo che provo

spezzando l’onda scura

del mistero abissale.

Perché mi respingi,

carissima madre?

O forse mi ami a tal punto

da allontanare da me

il meriggio fatale

(già il sole al tramonto

mi acceca  lo sguardo)

e impedirmi di andare?

La primavera di Carlo

By Poesia 4 Comments

Il bacio

Un giorno mi baciasti

con la tua bocca impura,

trovasti una bambina,

il fragile stupore,

l’ostilità dei denti chiusi

a tutto quel piacere…

Portavi i calzini bianchi,

forse a quel tempo usava,

occhiali grossi spessi,

lo sguardo da ingegnere,

paziente intelligenza,

difficile da dire…

E mi cantasti “Zingara”

storpiando le parole,

credo per farmi ridere

e farti perdonare.

E c’era l’erba in fiore,

lassù sulla collina,

lontano, muto, il mare

ed il silenzio spesso,

canti di  vento australe.

Faceva quasi caldo,

avevo le guance rosa,

morivo di paura

e qualcos’altro ancora.

Poi tu te ne andasti,

non lo trovasti il tempo

per insegnarmi a amare…

Meno sette

By Poesia One Comment

Autoritratto col te

Mancano sette minuti

all’ora del tè.

Mi pregusto l’aroma,

la pausa

e parlare con te.

Paradossalmente

ho già consumato

il piacere

quasi un dejavu

dei sensi, della mente.

Anni

By Poesia No Comments

fire

Anni come questi

passati a liberarti

dall’inferno…

Brucia la tua casa!

Guarda le fiamme

come sono alte

e dopo scappa!

Ti potrebbe piacere

tutta quella bella

libertà libellula

che fuori vola.

 

Bianco e nero

By Poesia No Comments

arrabbiata-

Ciao. Devo lasciarti

al tuo fragile destino.

Tu, farfalla visionaria

che in ogni goccia

di rugiada vedi Dio

e che non mangi

aspettando di volare.

Io. Accidente immerso

in un miscuglio di cibo

di fanghi di dolore

di sangue e di piacere

un fiume lento denso

che chiamo Vita ed amo…

Avec le temps

By Poesia 4 Comments

Vecchiaparigitre

Aspettavamo il tempo dell’Ofiuco,

favoleggiando sul tredicesimo mese.

Placidamente noiosa, la notte di Parigi

ci accoglieva, senza alleviarci il cuore,

né le belle cose che ci affannavamo a comperare

levavano il vuoto, la paura, il dolore.

Molto più tardi, centellinavamo il piacere

in sottili perlage di lussuria, come fosse champagne.

Piacevolmente, come fosse caviale,

masticavamo le perle dei nostri giorni francesi.

Ma neanche quell’anno, mon amour, amore,

per quanto ci ostinassimo a sognare,

riuscimmo a piegare l’ellissi del mondo

o la curva del tempo al nostro volere.

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