Aspettavamo il tempo dell’Ofiuco,
favoleggiando sul tredicesimo mese.
Placidamente noiosa, la notte di Parigi
ci accoglieva, senza alleviarci il cuore,
né le belle cose che ci affannavamo a comperare
levavano il vuoto, la paura, il dolore.
Molto più tardi, centellinavamo il piacere
in sottili perlage di lussuria, come fosse champagne.
Piacevolmente, come fosse caviale,
masticavamo le perle dei nostri giorni francesi.
Ma neanche quell’anno, mon amour, amore,
per quanto ci ostinassimo a sognare,
riuscimmo a piegare l’ellissi del mondo
o la curva del tempo al nostro volere.
Una costellazione che ci fa sognare, e a Parigi, si sogna ancora meglio
Buon weekend, Silvia 🙂
Rodrigo
Sì, devo ritornare a Parigi… grazie buon weekend anche a te!
stupende poesie d’amore è un piacere leggere tanta meraviglia, la mia ammirazione
Carmelo
Grazie Carmelo per le tue gentili parole!