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Ars poetica

By Poesia 3 Comments

Scrivendo carmi stupidi

molcisco il mio umor languido

e canto rimbombando,

un’armatura vuota

in una stanza vuota

in un palazzo vuoto

su un isola lacustre

di un vasto lago vuoto.

E occhi di bambina,

i miei occhietti vispi,

incontro dal passato

e un po’ mi riconosco.

Vate sul water bianco

inutile mi spendo,

un po’ di carta igienica

nell’acqua di un rimpianto

galleggiano i miei versi,

nulla di eterno, o amabili,

che forse mi leggete

sopracciglia aggrottando.

 

Il quadro

By Poesia No Comments

Luci dell’alba

su un vecchio Natali.

Quante volte quel ponte

verso un breve infinito

attraversa lo sguardo,

oscillando tra il vero,

i miei sogni, il passato!

Uno specchio beffardo,

appeso proprio vicino

a ripetere ancora

quell’eterno mattino

che non fu, non sarà,

illusorio cammino,

un coagulo sfatto

di colore inventato.

 

Dedico queso post alla memoria del pittore Renato Natali, grande interprete dei  cieli livornesi. Suo è il quadro che ho fotografato per illustrare i miei versi, osando immergerlo in una luce artificiale che simula l’alba.

 

Vorrei…

By Poesia 2 Comments

Vorrei essere a Sordevolo,

trasportata da una bolla di sapone

e posarmi sul mio cuore tralasciato

nelle strade, nei sentieri del passato,

per sentire con le orecchie di bambina

il silenzio di cotone del mattino,

con il naso l’odorino del camino…

 

Per illustrare questi versi, ho modificato digitalmente una foto di Annamaria Cavalieri, che ringrazio per il prezioso contributo.

 

La fucina del tempo

By Poesia No Comments

Invereconda incudine

che pesi sul mio petto

facendo risuonare

i colpi del tu maglio,

fattrice di scintille

e, molli come cere,

di immagini di fuoco,

tanto per tormentare.

Sapessi quante notti

io cerco il mio passato,

già freddo, già forgiato,

che tanto mi riguarda

e in me delira il magma,

battuto e ribattuto,

di un tempo non formato

che ancor non mi appartiene!

Intanto il mio respiro

si immola in vapore.

Che n’è della mia vita?

Che n’è dei parti grami

che volli in bronzo eletto

e invece sono scorie?

 

Abbindolata

By Poesia 3 Comments

Col Natale alle porte

al bindolo legato

un ciuco reso cieco

da tristi paraocchi

gira e pensa al passato.

Davvero è andato avanti

o è sempre andato indietro?

Si sente vecchio e stanco,

non c’è un miglioramento…

Un dubbio l’ha sfiorato:

“Sto io girando in tondo

così che questo cerchio

si chiuderà un bel giorno

e il campo sarà secco

e l’acqua dentro il pozzo

e io sdraiato accanto?”

 

Ringrazio Chiara Antoniotti, autrice di questa bella fotografia, di averne consentito l’uso per illustrare i miei versi. Spero che la simpatia di questo ritratto compensi il lettore per la cupaggine del testo. Apprendo da una nota di Chiara che il ciuchino  è una femmina e che  gode di una vita fortunata: Amata e accudita, è molto popolare fra i bambini del paese, insomma è una vera star!

 

 

Splash! (L’orrido del tempo)

By Poesia 4 Comments

Cupaggine crepuscolare…

voragini di passato spalancate

sotto a un presente inconsistente,

pozzo d’acqua lunare

in cui la vanità del giorno

si specchia prima di cadere.

 

 

 

Il colore grigio cielo

By Poesia No Comments

Così, senza gloria,

è incominciato marzo,

in gramaglie di nubi

e lacrime vedovili

e un color grigio cielo,

uno strano celeste

umiliato dal nero,

che non pare un colore,

ma la veste dismessa

di una donna fuggita

sgusciando via nuda,

da una delusione d’amore,

abbandonando sul letto

dell’ultima notte

tutta una vita, un passato,

una storia.

 

Conversazione nello studio rosso come un cuore

By Poesia 8 Comments

Volano le mani

planano sule rosse ombre

dello studio, pareti rosse,

luci rosse, installazione.

Si inseguono, coi gesti

descrivono un sogno,

stridule come rondini

rivivendo il passato,

uno squarcio, un ricordo.

Fuori, intanto, il tramonto

livido grigio si avvolge

nel suo manto mesto

rabbrividendo.

 

 

Manichini

By Poesia 2 Comments

Tutte queste vetrine in frantumi,

ragnatele taglienti di sogni

infranti e il buco  del sasso

nel mezzo: Furto con scasso

d’identità  e di passato.

E noi manichini qua dentro,

col cuore di legno, smarriti

dietro agli occhi dipinti e truccati

e i genitali nemmeno accennati,

la bocca di lacca coi denti

da latte piccini, baci mai dati,

passioni annientate. In saldo

tutti i nostri ricordi. Non fuggiremo,

infilzati sul nostro trespolo

da streghe impalate, sanguinando

il nostro niente fra i crampi alle gambe

e crolleremo un giorno dissanguati,

fantasmi di colla tarli e cartapesta

dietro alle saracinesche sghembe

chiuse infine per sempre.

 

Canto notturno della cugina Mida affacciata alla finestra dalla cornice bianca

By Poesia 2 Comments

Mi pare di vederti, lì affacciata,
alla finestra aperta sulla vita.
Vive la tua pelle di carezze
e il vento questa sera passerà,
alitando un soffio caldo
sulla tua bianca pelle,
il passato nel futuro muterà.
“Ancora amore, Mida, ancora
ti doneranno presto queste stelle!”
cantano i grilli dai trifogli in fiore
di buona sorte profeti e dispensieri.
Nella cornice bianca sulla notte nera
chi passa non ti vede, ma ti sente,
come un enorme battito di cuore
e forse chi ha fortuna percepisce
dei tuoi capelli biondi il timido bagliore.
Ma ti ricordi, cara Mida, questa sera,
com’era bello il nostro antico mare,
dove la notte su pattini d’argento
incideva fantastici sentieri
e scintillava di stelle l’orizzonte
e lontane danzavan le lampare?
Canta per me quella canzone vecchia,
che parla della luna e di perduti amori,
e fai la voce scura e passionale,
così ch’io ascolti e finalmente pianga
su quello che non può più ritornare.

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