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Doppio acrostico di Febbraio (il tramonto, l’alba)

By Poesia 3 Comments

Freddissimo

Estremo

Brivido

Bisturi

Rigido

Acciaio

Incideva

Occaso

 

Oriente

Inclemente

Appannava

Rosate

Bambagie

Batuffoli

Erranti

Flagellati

 

 

Ringrazio Paolo Scarpellini per le due foto che mi ha prestato per illustrare il mio acrostico

Mattutino

By Poesia No Comments

Un mattutino

cantato dal vento

che porta da occaso

rotolii di campane

mentre io giaccio ancora

in difetto di sonno

con la testa percorsa

da un bel trillo di squilla,

il registro ad ancia

di un gran mal di capo,

solennità d’organo

del mio corpo sdraiato

e mi chiedo nel buio

come sia questo giorno,

se sia il sole a segnarlo,

di speranze tardive

infiorando le ore

di un ottobre piovoso,

o se invece la pioggia,

trattenuta nel grembo

ed alfin partorita,

darà vita ai miei mostri

e al veleno dei funghi

sotto i piedi sgualciti

dall’andare per boschi…

 

 

 

 

 

 

 

 

Lockdown – Tramonto a Livorno

By Poesia No Comments

Continuerà il sole il suo lento cammino

inesorabilmente verso l’ occaso

dietro la piazza, prendendo, non visto,

la strada del mare. Io lo so bene,

però non lo scorgo dalla terrazza

all’ultimo piano di questo quartiere.

Vicino al cantiere, all’inizio del viale,

c’è un piccolo approdo di scogli e di rena.

Prenderà la sua barca, nascosta a ridosso

di tamerici e palme straniere.

Remando, remando, tingerà l’acqua

del mistico oro delle sue braccia.

A mille remate dalla Bellana,

si tufferà svelto, levandosi il manto

di porpora fine, gettando uno sguardo,

velato di verde, al mondo serale.

E, inabissato in un luogo profondo,

sprofonderà nel suo sonno regale.

 

Ore ventuno e venti

By Poesia No Comments

Persona astratto

Scusa, volevo dire

che sono più delle nove,

le ventuno e venti

per essere precisa.

E non tirarmi così,

in questa raffinata tortura

antica come Ettore e Achille,

legata al tuo carro

lungo la rovinosa

strada del destino,

i miei fragili polsi

e la testa già immersi

nel  sangue dorato

dell’occaso,

io, obolo estremo

di un amore sfinito

e le caviglie sottili

coi piedi in cammino

verso l’oriente

e il suo sole nascente.

Mi spezzerò presto

per questa agonia

che da tempo mi è vita…

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