Mi bussava dentro
tutta questa vita
l’altra sera,
come fosse
una nuova primavera.
Linfa eccitata
dalla voglia di fare,
vedere, andare,
forse riamare.
Poi, correndo allo specchio,
ecco un albero spoglio
mi appare.
Rughe, macchie solari,
quanti anelli
da contare!
Eppure le gemme,
e la vita del cambio,
che io sento vibrare
e i miei piedi,
così ben ancorati
al terreno vitale…
Io, albero da gridare,
protési al cielo
gli indifesi nidi
a pigolare
fra questi poveri rami.
Ringrazio per la collaborazione Riccardo Scarpellini, che nel suo acquerello “Alberi d’inverno” ha interpretato con gran sensibilità questa mia poesia.
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