Mi bussava dentro
tutta questa vita
l’altra sera,
come fosse
una nuova primavera.
Linfa eccitata
dalla voglia di fare,
vedere, andare,
forse riamare.
Poi, correndo allo specchio,
ecco un albero spoglio
mi appare.
Rughe, macchie solari,
quanti anelli
da contare!
Eppure le gemme,
e la vita del cambio,
che io sento vibrare
e i miei piedi,
così ben ancorati
al terreno vitale…
Io, albero da gridare,
protési al cielo
gli indifesi nidi
a pigolare
fra questi poveri rami.
Ringrazio per la collaborazione Riccardo Scarpellini, che nel suo acquerello “Alberi d’inverno” ha interpretato con gran sensibilità questa mia poesia.
Le rughe degli alberi hanno molto più da raccontare della calma piatta.
Molto bravi entrambi!
Grazie nerodavodeazzurro!
un bel testo
Grazie Almerighi!
Bravissima?????❤❤❤
Grazie, sei gentile! Però è bravo il poetastro che ho dentro… vive di immagini e sensazioni… sussurra qualcosa…io trascrivo
Tutto molto bello!
Bravi davvero
🙂
Grazie astrorientamenti!
L’albero si spoglia, ma a primavera rinasce…c’è sempre una gemma che lo fa tornare forte e vigoroso.
bello il disegno.
Parole di speranza… grazie! Il disegno è un acquerello, girerò il tuo commento all’autore.