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Reincarnazione

By Senza categoria No Comments

Vorrei essere una gru della Manciuria 

e danzare nella neve per piacerti…

Oh, deliziato il tuo sguardo mi carezza,

anche tu danzi con me fra il bianco gelo

incendiato dal fuoco delle piume

che coronano le teste dell’intero stormo…

Infine voleremmo via nel cielo dell’inverno

verso una vita insieme e poi l’eterno.

 

In memoria di una vergine

By Poesia No Comments

Portami, amore,

sui prati d’inverno

dove in cristalli

fiorisce la neve

sopra gli abeti

e dovunque sia gelo,

ove l’ala del merlo

si spiana nel nero

fendendo del cielo

la bianca innocenza

che a notte, tremante,

perdette la sposa…

Le bacche che franse

col becco vorace

fan piccole gocce

di lacrime e sangue.

 

La gita di Santo Stefano

By Poesia 5 Comments

 

Una casa nel bosco,

dove andare con me,

poche cose carine

e la mia grande amica

Disperazione,

su per la strada

che porta da Biella

al paese del cuore.

Noi avremo un divano,

un fuoco di legna,

anzi un camino,

con la brace, le fiamme

e quell’odorino.

E una grande finestra

per guardare la neve

cader giù fino a quando

ci gira la testa.

Un coniglio di Pasqua,

venuto su fuori tempo

dagli anni Cinquanta

e quel che ne resta

per ornare la mensa.

Una buona minestra

a bollire sullo spargher

di marca tedesca

e calzini di lana.

Un violino per lei,

la mia amica più mesta

e il bel canto per me,

a ululare alla luna

il dolore e il rimpianto.

Uh, quanto male

e quanta tempesta!

Sia bandito il Natale

e proibito far festa!

 

A chi dorme il Venerdì pomeriggio

By Poesia 5 Comments

L’immenso ovile

del venerdì pomeriggio…

Rincasano i greggi

belanti tormenti,

ma in fondo contenti.

Scappando dal morbo

hanno in molti imparato

a dormire, soltanto,

per divertimento,

lasciando ad altri giorni

e a più stupidi armenti

la transumanza forzata

dell’outlet con spesa.

E lanugini in volo

da finestre socchiuse,

che si posano piano

sul prato invernale,

confondendo fra il vello

sogni puri bambini

fra la neve dormienti

e una pace più umana

tu potresti trovare,

Dafni, antico pastore…

 

Daimon

By Poesia 4 Comments

Il sublime subliminale

vibra sull’arenile,

sostiene le mie ali

e la libertà di volare.

Mi potresti sentir gridare,

sono la poiana in amore

e il falco predatore.

Come sono piena, adesso,

nei confini dell’estasi

tra l’essere e il divenire!

Sono il cielo che si sversa

nell’azzurro ibernale del mare

e trattengo sulle spalle

la neve che si attarda

giù dal colle fino a congelare

le lamine d’acqua

di un breve temporale.

E mi specchio e mi piaccio,

sono il mattino del mondo,

dentro un dio molecolare…

 

Ancora una volta ringrazio Paolo Scarpellini per questo magnifico scatto, che ispira e illustra la mia poesia

 

La preghierina dell’Epifania

By Poesia 2 Comments

Cara Befana,

sciatta creatura,

rassetta le nubi,

piovono troppo,

dosa la neve

e la grandine fitta

tientela a casa.

E quei cari ragnetti,

invisibili agli occhi,

ci feriscono a morte

con le loro corone.

Lasciali in pace

nei loro angoletti

e butta qua sotto

solo cose buone,

olive, salame,

soldini e confetti!

 

L’odore delle stagioni

By Senza categoria 2 Comments

Già assaporo nell’aria

con il mio naso saccente

qualche sentore d’autunno

e poco capisco l’insistenza del tiglio,

la persistenza mentale dell’odore,

come se il mio cuore battesse

il tempo di giugno e il suo sole.

Lo chiamano rimpianto, ma io no,

quest’anno è stato tutto così uguale

e, per certi versi, brutale. Addio lembi

di estate sdraiata sul mare,

lacerata a sangue dalle unghie

di un vorace dolore, il boia

delle mie ore! Quindi anche l’onda,

col suo trasparente chiarore,

mi rimanda l’olfattiva memoria

algale del nascere e del partorire,

pur nell’ostinata asciuttura

di queste mie misere ore. E respiro,

avidamente respiro anche la neve,

dell’immortale ghiacciaio

che il vento iemale risveglia

in bianche fumate di gelo.

Bellissimo peraltro l’umidore,

senza quasi rumore né odore,

del prossimo inverno a venire.

 

Buon anno! (Trilogia)

By Poesia 7 Comments

Pandemia

Endemicamente fiorisce

questa malinconia dolorosa.

Quasi bella, sboccia come una rosa

da radici di neve e sangue e spine,

dovunque tu voglia,

anche ai margini di una rotatoria.

Ed è contagiosa. Si sparge

con questi sospiri bronchiali,

alveolari, ali di pensieri, e vola

sotto forma di spora. O samara,

leggera come fosse primavera.

Appassisce un anno intero

nella mente, nel cuore.

S’ arrossa la congiuntiva,

essudando rimpianto, paura,

attesa e speranza, forse,

di vita futura migliore

da quel piccolo foro ai lati

dell’occhio caruncolare,

rosa rossa del male.

Le lacrime sono il vettore.

E diventa pandemia questo lutto

cocente da fine imminente

di un anno di vita, la nostra,

condotto assai mediocremente.

Infetti

Noi siamo umorali,

leggermente lebbrosi

e un po’ contagiosi.

Per buoni motivi,

che noi comprendiamo,

parenti ed amici

si mostrano schivi.

Così siamo soli,

ma, pieni d’amore,

a tutti auguriamo:

“Buon anno, brindiamo!”

La rotatoria

Alla rotatoria c’è un posto

dove andremo a mangiare

e, se tu vorrai, resteremo a dormire.

Non è che ti chieda di fare all’amore,

soltanto brindare, mangiare, gioire.

Se poi tutto questo ti farà innamorare,

allora saprò come farti godere.

Sarà il buon inizio di una storia importante,

oppure la fine di un anno normale.

A tutti gli amici che mi seguono un sincero ringraziamento per essermi stati sempre così vicini  e avermi dato con il loro sostegno la voglia e l’entusiasmo necessari per condividere qui pensieri e emozioni. Auguro a loro e a chiunque passi di qui un sereno anno nuovo in cui possano realizzare le proprie speranze, i sogni segreti, le loro aspirazioni.

 

 

Neve a Livorno

By Poesia 5 Comments

come nevica
La città alitava
fiati di neve,
la sentivamo fioca
da dentro la casa.
Già sapevamo,
ma volemmo, indiscreti,
vedere.
Con bocche di persiane
gustammo
il bianco spesso del cielo
e la notte, lì,
liquefatta, discinta,
le vesti slacciate,
sorprendemmo
con gli occhi gialli
dei lampioni
e le carezze arancioni
lascive del parcheggio
deserto (il bar era chiuso.)
Poi ritornammo a letto
contenti

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