Perché non dormi ancora?
Perché quando chiudo gli occhi
vedo pozze azzurre e foglie di palma.
Perché nel buio mi sento sfiorare
da persone. Tante. Come se tutti
dovessimo passare dallo stesso
varco stretto. E i loro fiati addosso.
Perché il mio corpo è dismorfico
nel letto. Ho la testa grossa e braccia
e gambe di gomma molto lunghe.
Perché la volta della stanza si estende
in una cupola infinitamente grande.
Perché mi si spacca la fronte di netto
e mi esce fuori la mente e si espande
in un vasto universo creato dal niente.
Un cielo color alba
si riversa dai tetti
nella mia cucina.
Talmente denso
è l’azzurro
che parrebbe il segno
di un pennello intinto
in un’acquasantiera
divina.
E la luna, oh la luna
quanto mi delizia
prima di sparire
nel’ anonimo pallore
di una giornata
di sole!
Io non ho la forza,
non sempre, almeno,
di gioire malgrado me
e quegli uccelli neri
nel nido del mio cuore,
ma oggi mi avvinghio
all’ascesa del sole
e a Stonehenge
mi faccio trasportare.
Qui la druidica fronte
mi farò ferire
dal raggio
della trilitica porta
nella sua gloria
perpendicolare.
Alba del solstizio d’estate, 21 Giugno 2019
Ho un carico di sonno
e lo porto in bilico
sopra la testa
e mi pesa e mi pesa
verso la fronte
così che pian piano
mi fa chiudere gli occhi.
Però non si può,
dormire, dicevo,
perché è fuori orario,
e così non si fa.
Mi riaccomodo il cercine
d’intrecciata pazienza,
sterpi e lembi di sogni,
poi la grande stanchezza,
in perfetto equilibrio,
per non farla cadere
e, aspettando la notte,
mi rimetto in cammino,
con il collo ben dritto,
a sbirciare la meta,
oltre un monte lontano…
Quando vengo da te
col cuore assetato
e la gola riarsa
dal deserto dei giorni,
quando la voce manca
per raccontare,
quando un bicchiere
d’acqua fresca
sarebbe abbastanza
per ricominciare,
quando una mano gentile
che sfiora la fronte
mi farebbe guarire,
da oggi lo so,
tu non sei la mia fonte.
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