Skip to main content

Settimana di Pasqua (Latitudine: 43°32′39″ N  Longitudine: 10°19′34″ E Altitudine s.l.m. 16 m. Giovedì 6 aprile 2023, ore 5, 3°C)

By Poesia 4 Comments

In attesa di un Armageddon norreno

mi godo quest’alba assassina

scivolata via dalla notte

come un mestruo verginale

precoce. Freddo invernale.

Primavera sconvolta

dalle labbbra di gelo

rotolandosi genera brina.

Forse è passato il mio tempo,

forse invecchia anche Aprile

e gli embrioni delle uova feconde

muoiono senza cova.

Chi ci crede, non faccia benedire

uova sode, uova di cioccolato

sportelle. Ciò è molto male.

 

 

 

 

 

 

Respiri di fine anno

By Messaggio ai lettori, Poesia 7 Comments

Nella penombra guardo

il letto addormentato.

Conserva nelle pieghe

sue disfatte

ogni notte un pochino

di respiro,

quando affrettava

i battiti il mio cuore,

mentre la bocca

ripeteva “ancora!”

Ah, l’amore,

mai sentito freddo

In quei momenti…

E adesso cose opposte,

sofferenti, ed il rumore

del concentratore,

l’ossigeno che arriva,

per fortuna, e tu, che,

come sempre,

“mi” respiri…

Auguri speciali e tutta la mia gratitudine agli addetti alla consegna dell’ossigeno (io ne conosco due, per motivi, io credo, di turnazione,) che ogni Venerdì mattina mi portano la bombola, una finestra aperta sull’aria fresca di una vita indubbiamente migliore. Non c’è sensazione più bella del respiro che “funziona” e questo l’ho capito solo quando mi ha tradito. E lo fanno con gentilezza e col sorriso. Buon Anno a loro e a tutti quelli che passano di qua.

 

 

E festa sia!

By Poesia 5 Comments

Un insensato mondo

di membra esplose,

e chi più è forte

più ne sbudella…

Questo è il Natale

ai nostri giorni,

di noi nati stolti

sotto mendace stella.

Auguro io soltanto

di avere il cuore calmo,

a tutti quanti, non freddo,

ho detto calmo,

per non avere fatto

entrare il male.

 

Auguro Buone Feste a tutti quelli che passano di qua, sempre o saltuariamente, ringraziandoli per il tempo che mi dedicano leggendomi, un grazie particolare a quelli che si fermano un po’ di più e condividono esperienze e attimi di vita. Auguro a tutti serenità e pace nel cuore, auguro a tutti di provare la forza dell’amore.

 

Foliage: 23 settembre 2022

By Poesia No Comments

 

Un altro equinozio

rosseggia tra i viali,

Mabon se ne va,

e tu credi che torni.

Ma io no. Perciò piango

e ti stringo le mani,

ammaliata dal freddo

che seduce la mente,

il mio corpo, le cose

ed annebbia i ricordi.

“Avec le temps va, tout s’en va”

graffia a sangue il mio cuore

scricchiolando di foglie

un buon disco rigato.

 

Baia Sardinia

By Poesia No Comments

Non tutti i ricordi

sono a colori.

Io mi domando perché

quella spiaggia di sole

nella mia mente sia grigia.

Forse perché era settembre,

faceva troppo freddo

per essere, noi due,

in Sardegna.

Avevo su il bikini ridotto

giallo a pallini blu

piuttosto grandi

ed un maglione color crema

norvegese molto spesso.

Anche la sabbia lo era.

Fredda. Non grigia, quasi nera,

come mi può apparire adesso.

Ma d’oro e io non la vedevo.

Avevo i piedi nudi e freddi.

E sorridevo. A te? Perché?

Per ingannarti e fingere

di essere felice?

E invece mi montava la paura.

Che il grigio ci invadesse,

addio begli anni sciocchi!

Così -fu la mia unica volta-

mi sbronzai di mattina

con un secchissimo Martini,

digiuna. E l’olivina.

Dopo, fu tutto uno zigzagare

affondando nel litorale.

E giunse l’ora amara di partire.

 

Kundalini il ritorno

By Poesia 2 Comments

Come un respiro grande

che tutta mi prende

dalla testa alla coda in vestigia

e alza il petto e la pancia e il torace

e Kundalini si dimena nella bella schiena…

(Questo avveniva un tempo,

ed ero assai serena,

quando tornavo a casa,

nella sera fredda e nera,

fendendo per strada l’inverno

con la mia prua sicura.

Sentivo il fuoco dentro

di gran stufa a legna

e le mie mani divennero pietose

e mi vibrava l’aria intorno

tanto da guarire i mali,

quello fu un buon tempo.)

…Così vorrei che diventasse

questa mia larva di misera vita.

Essere un’onda di marea immensa,

dell’ eterno universo

lambire la costa…

 

Il viale delle acacie

By Poesia No Comments

Colpi di luna

sui miei capelli chiari,

tu che mi menti:

“Sei sempre più bionda!”

Io ti rispondo:

“Sarà questo sole…”

passeggiando, noi due,

sul viale delle acacie,

freddo per la stagione.

Il tempo, intanto,

ci ghermisce

come foglie morte.

Lo studio

By Poesia 6 Comments

L’odore dello scalogno

si è chiuso nello studio,

la stanza lunga e stretta

in fondo al corridoio,

la stanza senza scampo.

La giornata è stata cupa,

la pioggia battente obliqua

attraversava i terrazzi,

bagnando tutti i vetri,

così non mi è venuto in testa

di dare un cambio all’aria.

Io poi, nel pomeriggio,

cercavo una coperta

da  drappeggiarmi addosso

per aggirarmi  tetra

con fare da teatro

e dire singhiozzando

che avevo molto freddo.

Anche il bucato, rozzo,

pendeva nel salotto,

gridando il suo volgare

parfum di ammorbidente.

Adesso è tarda sera,

la stella del lampadario,

una pazzia asimmetrica,

per questo cielo chiuso,

per questi muri rossi,

per tutti gli scaffali,

che scricchiolano di libri,

per le anime dei tarli,

per me, che scrivo e scrivo,

illumina la notte interna,

il chiuso del mio cuore,

l’afrore dei miei giorni…

L’ultima Epifania

By Poesia No Comments

la befana se ne va

Mi ricordo la Befana.

Abitava a Torino

Amava i cieli grigi

e il greve respirare

dei camini.

Si vestiva nella notte,

per questo non appaiava

i suoi calzini

e non li rammendava.

Non si pettinava.

Quell’anno a Natale

era andata molto male

ed avevo saputo

che Gesù Bambino

non sarebbe più tornato

per via del tutù azzurro

che volevo per ballare.

Lui mi portò la stoffa

e alla mia cara mamma

solo il tempo per cucire.

E venne l’Epifania

che tutte le feste

la porta via

(me lo disse mio padre.)

Così dal cortile,

nel freddo da paura

del mattino

e l’ossessione

di quei muri gialli

delle case popolari,

guardai il cielo di latta

con le nuvole appese

e le strisce di ghiaccio

pattinate dal gelo

e la sorpresi a volare,

sulla scopa sbilenca,

districando una strada

fra i rami nudi dei viali .

Fu un’epifania,

come spiegava la nonna,

che se ne intendeva

di chiesa e di parole,

e lo capii anch’io.

E mentre salutavo

e la indicavo a mia sorella

sparì dietro a una casa.

II sole dell’inverno,

intanto, lacrimava…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: