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Depressione prognostica

By Poesia No Comments

Clamoroso, mi sto rompendo!

Sento quel bang nel cuore,

poi non mi muovo più per ore.

Sono un guerriero finito,

con una spada nel fianco,

non vedo né pace né gioia,

né, tantomeno, ritorno.

I miei alleati più fidi,

guerriglieri giorno per giorno,

cioè i miei desideri,

anche quelli cretini,

sono stati glassati

da mix micidiali di statine

e voracemente inalati

da ossigenazioni forzate.

Così ora respiro e non vivo,

con un albatros morto

che mi pende dal collo

e questo è quanto.

 

Come Mina e il conte Dracula… La sposa del lupo bianco (lipogramma senza a)

By Poesia 3 Comments

Non temere il lupo!

Qui il lupo non c’è

e non c’è pericolo!

Tu puoi solo chiudere gli occhi

per vederlo nei tuoi desideri.

Se però vuoi correre il rischio

e persino morire,

sufficiente è dormire.

Di solito viene

vestito dei fiocchi di neve

di un gelido inverno

coi denti scoperti

per ferire e incidere

i tegumenti dei perdenti.

Per te è bello come uno sposo,

ipnotici gli occhi rossi,

gentile è il suo sorriso.

Con lui vorresti fuggire

e ti offri per sempre,

gli doni il collo innocente,

…Certe volte finiscon così

esistenze insulse

in cui non succede niente:

Con morti indolori

e tempi eterni divertenti.

 

Dedico questa poesia all’amica Elettasenso, autrice del pregevole blog “inchiostronerodenso” che, con sua rubrica “il gioco del lunedì” stimola e ispira la mia creatività.




 

Lebbrosa

By Poesia 4 Comments

Affetta da sempre

dal morbo della lebbra,

assai repellente e contagioso,

son tenuta a distanza

e piuttosto temuta.

Io cerco di sistemarmi la pelle

con collanti speciali

per simulare salute,

ma sono sempre sgamata.

E come va, oggi? Mi chiederete.

Come al solito. Mi è cascato un occhio

e mi hanno isolata, anzi,

appeso al misero collo,

porto un campanaccio

da mucca lebbrosa.

E mi annuncio da sola,

così ho tutto il tempo

per guardarli scappare.

E suono piangendo,

ma certe volte ridendo.

Di sollievo.

 

San Marco

By Poesia No Comments

Ho passato una notte disumana

lacerata dal ventre manomesso

e dalla schiena, gran figlia di puttana,

che ha ucciso Kundalini da un bel pezzo.

Inseguita nel sogno da un leone,

gli offersi il mio collo sottomesso,

per por fine in un morso al tormentone.

Ma il felino era San Marco ad un veglione

e mi leccò con la bava di santone,

mandami assolta del suicidio non espresso

e aumentando il mio tempo della pena,

prima, durante e dopo il gran trapasso.

 

Compleanno

By Poesia 8 Comments

Che un figlio compia quarant’anni

sembra impossibile a una madre,

che si vede ancora intenta ad allattare.

Gli sorride quando passa a salutarla

e si stringe nelle spalle un po’ incurvate

per non sentire tutta la sua fretta

e la sua necessità di andare.

Gli legge gli occhi belli e troppo stanchi

e lo vorrebbe solo consolare

per tutte le promesse che gli ha fatto

quando lo teneva in braccio

per farlo addormentare,

e che la vita non volle mantenere.

E non gli annusa il collo,

come quando era bambino,

mentre si chiede dentro il cuore

se riconoscerebbe ancora al buio

quel suo grande cucciolo sbarbato

profumato, cortese ed elegante

che le illumina la casa quando arriva

e quando se ne va le lascia la speranza

di vederlo ancora ritornare.

 

 

O, vita mia, dove stai andando e fino a quando?

By Poesia 4 Comments

portatrice d'acqua

Ho un carico di sonno

e lo porto in bilico

sopra la testa

e mi pesa e mi pesa

verso la fronte

così che pian piano

mi fa chiudere gli occhi.

Però non si può,

dormire, dicevo,

perché è fuori orario,

e così non si fa.

Mi riaccomodo il cercine

d’intrecciata pazienza,

sterpi e lembi di sogni,

poi la grande stanchezza,

in perfetto equilibrio,

per non farla cadere

e, aspettando la notte,

mi rimetto in cammino,

con il collo ben dritto,

a sbirciare la meta,

oltre un monte lontano…

Dopo il vento, domani…

By Poesia 6 Comments

vento

Sentissi che rumore geme il vento,

vedessi come si intrecciano fraterni

rami e chiome, smembrandosi di foglie

per resistere in un verde piangimento,

sapessi come si rischiara il cielo

strappandosi dai fianchi lembi grigi

fino a mostrare nudo il ventre azzurro

il latteo seno ed il gemmato collo

che il solo annuvolato adorna appieno!

E io lo so che ci sarà il bel tempo

e che domani, amore caro, stanco,

è un altro giorno, per quella sinfonia

che canta il mondo, e io l’ascolto

e dentro so che infine vinceremo.

L’abito da cerimonia

By Poesia 2 Comments

Manichino spogliato

Mi vedo molto brutta

col mio vestito nuovo,

sarà per il colore

o per quel taglio strano,

mi sento intrappolata,

come un serpente ignaro

alla sua prima muta

e il corpo mio agitato

ha voglia di scappare.

Tu dici che son bella,

e aggiungi gli accessori:

“Su questo rosa lilla

metti una stola nera

e chili di collane

girate intorno al collo,

le scarpe allampanate

su tacchi demenziali

e poi una veletta,

le calze forse nere”

e altri cose ancora.

Domani sarà festa,

perché devo soffrire?

Farfalla centenaria,

ho voglia di volare!

La nuca muta

By Poesia 9 Comments

Nuca

Cerco nella tua nuca

i segni del tuo umore.

Vorrei vederti il viso,

ma non posso. Così indovino

dalla rigidità del collo

e dal vestito nero

che non so né chi, né quando,

ti ha rubato il sorriso.

Face machine (ghigliottina moderna)

By Poesia 3 Comments

Facemachine

Le facce vere riverse,

come mozzate via

con la testa.

I sentimenti e il furore,

spazzatura confusa

col sangue, il silenzio,

l’indifferenza e l’orrore

segreto di pochi,

passanti senza bocca

per non voler parlare.

Su quel che resta

del povero collo

già issata

la maschera vuota

dal sempiterno

asservito sorriso

soltanto dipinto

per poter continuare…

 

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