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La chiesa

By Poesia, Senza categoria No Comments

Solo un blando riflesso

di chiesa sfumata

in una vetrata a specchio.

Dilavamento di sabbia e di vento

con quel tanto di pioggia,

ma solo d’inverno.

Nessun rimpianto.

Eppure, al bar qui di fronte,

con un caffè in mano,

per sorbire le ore,

che son sempre più lente

quanto più l’età avanza,

c’è una donna seduta

con l’anima in mano

che guarda e riguarda

la cupola azzurra

nella lieve prigione

di chiaro cristallo

e giochi astratti dei raggi

del sole a settembre

e si domanda

se adesso sta meglio,

che più non si stona

con inni e preghiere,

pentimenti, peccati,

perdoni e campane

per sognare l’eterno, il dopo

beato. O se era più bello

temere l’inferno

che attendere, invece.

l’istante più odiato,

quell’attimo prima

dell’essere stato.

 

 

Oggi, a Castiglioncello (dal diario di febbraio)

By Poesia No Comments

Oggi, a Castiglioncello,

mi sono seduta al caffè

della piazza, c’era il sole,

niente vento, una metamorfosi

del tempo che germinava viole

nel grembo dell’inverno,

promettendo un marzo caldo

e fecondo. E c’era la mia corte

di passeri affamati, dignitosa,

senza mendicare mi guardava

con tanti occhiuzzi tondi, attenti

e io facevo la mia attesa mossa

seminando briciole a spaglio

con ampio gesto divino,

un paradiso in terra, la manna.

E c’era un piccoletto bruno,

di piuma, diverso dallo stormo,

bello, sano, forte,

ma terribilmente tardo.

E io che fintavo per dargli

un poco di cibo. Finta a destra,

lancio a sinistra. E sono riuscita,

un poco, a sfamarlo, pensando:

Piccolo figlio, troppo mite…

 

Santa Silvia di domenica a Livorno

By Poesia 7 Comments

Non so se ancora punirmi

dì chissà quali peccati,

che credo di non aver fatto,

e riordinare i cassetti,

un brutto, ingrato lavoro,

oppure godermi l’accidia,

i miei noiosissimi ozi,

sempre in camicia da notte,

o farmi un tantino di forza,

uscire, scovare “un barrino”

aperto di festa al mattino

e andarmi a bere un caffè.

Auguri di cuore a tutte le SilviaBuon Onomastico

 

Open space

By Poesia No Comments

E adesso cosa faccio?

Dormite tutti in casa,

sdraiati dentro i sogni

coi visi sdolcinati

di grossi cherubini.

Persino il cagnolino,

da quanto è rilassato,

mi  pare uno zerbino

senz’ossa e volontà.

E io  vorrei, ma tanto,

avere un buon caffè,

e cereali dolci

con il mio latte freddo,

i ponti in carità

per transitare sveglia

dal sonno alla realtà

e sopportare meglio

quello che mi accadrà.

Io amo l’open space,

salvo che in certi giorni,

quando non c’è la sveglia

perché non si lavora

e l’ ospite contento

poltrisce a sazietà…

Tube beanti

By Poesia No Comments

donna della città

Credevo che la città

si risvegliasse presto

per farmi compagnia,

scamparmi dal silenzio,

invece se la dorme

malgrado me che vago

in cerca di un caffè,

quassù, nella cucina.

Tutto comincia dopo,

gli uffici sono chiusi,

anche la scuola è buia,

la gente arriva tardi,

non sosterà nessuno,

tutti di corsa e via…

Parlami tu, città,

ansando lavastrade

e autobus sbuffanti,

guarda verso il terrazzo,

convincimi a restare,

a non sentirmi sola,

con le trombe di Eustachio

beanti sul rumore

del mio perpetua affanno,

il battito del cuore.

Il lago dell’Aurora

By Poesia 2 Comments

L'Aurora

Mi fa bene saperlo,

mentre mi giro

insonne nel letto,

che a quest’ora

da dietro la collina,

senza far rumore,

s’alzerà il mattino.

Incertezza grigia

dell’assenza sospesa

della notte, delle stelle

e della luce nuova,

questo, per adesso,

è il solo giorno che filtra

dalle vecchie gelosie

brutalmente sconnesse

della vita mia.

Poi, ecco le gialle serpi

di quello che fu il sole

ad allacciarmi i polsi,

a farmi alzare in fretta

in cerca di un caffè.

Ma, se io fossi là,

dove non sono,

in alto, sull’oriente,

sarebbero sorgenti

di fiumi rosa e d’oro

a generare in cielo

il lago dell’Aurora.

Bar Galleria

By Poesia 10 Comments

Bar galleria

Prendo una pausa

dalla vita mia.

Sono un pierrot

un po’ rococò

che versa una lacrima

in questo bistrot.

E fingo il sorriso,

come le escort

che vengono qui,

con pelle di pesca

e gambe in velluto

su altissimi tacchi,

incrinati equilibri

fra improbabili sogni

e speranze svanite.

Siamo tutti così,

o sconfitti o delusi

e aspettando il futuro

ci beviamo un caffè…

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