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Cielo di chiostra

By Poesia No Comments

Cielo di chiostra scuro,

mi chiudi come un muro.

Non trovo via di scampo

alla tragicità del tempo,

eppure stamattina,

guardando molto in alto,

vidi un gabbiano immenso

con l’ascia trasversale

dell’apertura alare

infrangere in silenzio

le lacce di quei nembi

che legano la mente,

che fermano il respiro.

Sparì in un’ascensione

quasi miracolosa,

lasciando giù stremata

la voglia di fuggire

che in me s’agita ancora,

ma teme di morire.

 

Marzo di fiori e di gelo (doppio acrostico specchiato)

By Poesia No Comments

Malandrino,

Alita

Rorido

Zefiro

Odoroso.

Ondivago,

Zaccheroso

Ripropone

Artico

Maltempo.

 

Per illustrare il mio (non a caso) doppio acrostico, che canta la mutevole natura di Marzo, propongo un delizioso quadretto senile dell’artista poliedrico Athos Rogero Natali, che operò in Livorno, Firenze e Tirrenia  come pittore, istoriatore di vetrate e scenografo dagli anni ’30 ai ’70 del secolo scorso. L’ho scelto per la presenza, nel mazzo primaverile, del narciso giallo, che è il fiore simboli di questo mese. Buon Marzo a tutti!

 

 

 

L’alba dei lunghi silenzi

By Poesia 13 Comments

Percorrevamo un’alba sterrata

che confinava con pozze di bruma

e sentivamo le urla del mare

che si acquattava dietro la duna.

Un sangue chiaro colava dal cielo,

come un martirio di vergine bruna,

carni straziate e seni di latte

e veli azzurri a coprire la luna.

Qualunque cosa avessimo dentro

l’eterno sbranava in voraci silenzi.

E fu così che perdemmo l’amore

fra gigli di sabbia e taciute parole

e stupefatte ferite nel cuore.

 

21 Febbraio 2023, Martedì grasso

By Poesia No Comments

Oggi è un Carnevale

molto quaresimale.

Dopo un bel viaggio in treno,

con viso assai sereno,

oggi l’Italia bella

danza la tarantella,

abile musicista,

lo zio Sam fa il tastierista.

Trucco e parrucco

lasciano di stucco,

trasformano in santi

briganti e lestofanti,

c’è una gran confusione,

ma la televisione,

materna ci cura

da ogni paura.

Santi, demoni e cori,

invasi e invasori,

neutrali pentiti,

di illusioni imbottiti,

montiamo lietamente

senza pensare a niente

sul carro della guerra…

E tutti giù per terra!

 

In memoria di una vergine

By Poesia No Comments

Portami, amore,

sui prati d’inverno

dove in cristalli

fiorisce la neve

sopra gli abeti

e dovunque sia gelo,

ove l’ala del merlo

si spiana nel nero

fendendo del cielo

la bianca innocenza

che a notte, tremante,

perdette la sposa…

Le bacche che franse

col becco vorace

fan piccole gocce

di lacrime e sangue.

 

San Valentino

By Poesia One Comment

Già, oggi è il 14 febbraio…

L’alfabeto farfallino

mi svolazza nella mente.

Eran quelli i miei bei tempi

o lo sono diventati

nel ricordo da demente?

Non vorrei tornare indietro

per riavere giovinezza,

occhi verdi come un mare,

lunghe chiome molto chiare?

Non vorrei sdraiarmi a letto,

fare l’esca palpitante

con pochissimi indumenti

per saziare i tuoi tormenti?

Io lo nego e invece mento,

sono saggia, irriverente,

e la vita mi ha insegnato,

ma non è servita a niente.

Vorrei perdere il mio ingegno,

le mie acute prospettive

e vederti come un falco

che mi plana sulla carne

e baciarti, e tu baciarmi,

soli e insieme e sia per sempre.

 

Dolomiti

By Poesia 2 Comments

Mi ricordo giganti di sassi,

una terribile arsura,

nessuna gioia la meta

e un brutto ritorno a fatica.

Tutto ebbe inizio quel giorno,

da là io continuo a cadere

verso il fondo del tristo finire.

 

Per Amalia Peteani, nel centoventicinquesimo anniversario della nascita

By Poesia No Comments

Cara nonna Amalia,

mai ti celebrai,

antesignana schietta

del vivere con sé.

Oggi mi hai suggerito

dalle remote nebbie

dove tu vivi ancora,

adesso io lo so,

“trinke, trank, getrunken,”

con tutto il paradigma,

così io brindo a te.

Mi accorgo solo adesso,

guardando il calendario,

che è il tuo compleanno

e vorrei dirti quanto

ho amato quei momenti

ad asciugare i piatti

o a pulire il pesce

e ridere con te

nella cucina ingauna

col lavandino in marmo.

Avevo cinque anni,

ma non li scorderò,

tu mi cantavi i lieder

e io rivedo ancora,

tutti quei sogni dolci

difficili, in tedesco

e mi auguro davvero

che nel tuo Paradiso

tu abbia sempre accanto

“die engel” biondi e santi

di cui cantavi a me.

La foto che ho scelto per illustrare la mia poesia ritrae nonna Amalia nel 1929

 

L’orologio fa tic tac (gioco di bambini)

By Poesia 4 Comments

A passi di viandante

il tempo se ne va.

Stivali di lancette

picchettano il quadrante,

congenita zoppìa

divide in passettini

il giro dei destini.

Tic tac tic tac tic tac,

sempre lo stesso ritmo,

dipende dalla meta

quanto sia svelto o lento…

 

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