Cara nonna Amalia,
mai ti celebrai,
antesignana schietta
del vivere con sé.
Oggi mi hai suggerito
dalle remote nebbie
dove tu vivi ancora,
adesso io lo so,
“trinke, trank, getrunken,”
con tutto il paradigma,
così io brindo a te.
Mi accorgo solo adesso,
guardando il calendario,
che è il tuo compleanno
e vorrei dirti quanto
ho amato quei momenti
ad asciugare i piatti
o a pulire il pesce
e ridere con te
nella cucina ingauna
col lavandino in marmo.
Avevo cinque anni,
ma non li scorderò,
tu mi cantavi i lieder
e io rivedo ancora,
tutti quei sogni dolci
difficili, in tedesco
e mi auguro davvero
che nel tuo Paradiso
tu abbia sempre accanto
“die engel” biondi e santi
di cui cantavi a me.
La foto che ho scelto per illustrare la mia poesia ritrae nonna Amalia nel 1929
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