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Genova, non torno!

By Poesia One Comment

Un amore annoiato,

come di un figlio

col genitore malato,

un ombrello, ché tanto

lì pioveva sempre,

più pianto che congiuntivite…

La discesa e poi via Venti,

io, rimbabinita di vetrine

e fare tardi da insolente,

per perdermi il suo sguardo

vagolante, come candela

che si spegne. Per perdermi

quel suo morire piano,

anno per anno, mese per mese,

istante dopo istante.

Così, dopo le gite dai notai,

non sono più tornata, mai,

città mia superba, ma davvero,

che ti apri, mi seduci e non ti dai.

 

Pomeriggio di Natale. Letterina sotto il presepio subacqueo

By Poesia 12 Comments

Non è molto leale

sognare la madre a Natale!

Eravamo al paesello

nel negozio di scarpe

e volevo comperarmene un paio

per portale fuori dal sogno.

Ma nelle vecchie vetrine

dei bei tempi finiti

non c’era più niente

che potessi calzare.

Mia madre mi voleva consolare.

“Le compreremo più belle,

in città ce ne sono! “

Piansi ancora più forte,

gorgogliando il segreto

che mi urgeva dal cuore:

“Io non voglio le scarpe,

non le voglio davvero!

Io non voglio tornare,

non voglio la vita che ho fatto,

non voglio il lavoro,

rivoglio i miei sogni, il paese

e come ero davvero!”

 

Manichini

By Poesia 2 Comments

Tutte queste vetrine in frantumi,

ragnatele taglienti di sogni

infranti e il buco  del sasso

nel mezzo: Furto con scasso

d’identità  e di passato.

E noi manichini qua dentro,

col cuore di legno, smarriti

dietro agli occhi dipinti e truccati

e i genitali nemmeno accennati,

la bocca di lacca coi denti

da latte piccini, baci mai dati,

passioni annientate. In saldo

tutti i nostri ricordi. Non fuggiremo,

infilzati sul nostro trespolo

da streghe impalate, sanguinando

il nostro niente fra i crampi alle gambe

e crolleremo un giorno dissanguati,

fantasmi di colla tarli e cartapesta

dietro alle saracinesche sghembe

chiuse infine per sempre.

 

Caldarroste

By Poesia 4 Comments

Dora e Eridano divinizzati

Ma come è strano mangiare

le caldarroste sul mare,

con questo autunno, poi,

che è così lento a venire…

A me piaceva a Torino,

ed era vicino il Natale ,

con i regali occhieggianti

dalle vetrine eleganti

e il Po e la Dora sdraiati,

quasi del tutto svestiti,

vicino a Piazza San Carlo

e c’era mio padre al mio fianco

e io gli cercavo la mano,

aveva il cappotto pesante

e, con il freddo che c’era,

-da farci fumare il respiro-

metteva i marroni bollenti

nelle sue tasche capaci,

li mangiavamo contenti

e i cuori ridevano piano…

Tradimento

By Poesia 5 Comments

Manichino nudo con cintura verde

Guardi queste vetrine

sventrate dai saldi,

e dalla tua voglia di cose.

Sai che non ti capisco,

però non ti abbandono,

tu compri le cinture

che mai ti cingeranno

col caldo di due mani

e fai i sorrisi sazi

come durante il sesso.

Sei col vestito nuovo,

ti guardi nello specchio,

la luce dei tuoi occhi

è quella dell’amore.

L’età dell’oro

By Poesia No Comments

età dell'oro firmato

Ahi… di noi cosa resta?

Forse una canzone,

forse nemmeno quella,

una risata, una speranza,

come sole impigliato

fra i capelli, che il vento

passa e se la porta via.

Ti ricordi, amore, quando

eravamo così ubriachi

di quella grande attesa

di essere felici?  E il tempo

che avevamo! E il colore

più verde dei miei occhi

e tu che ci nuotavi dentro,

perso nel gran mare.

Nei nostri corpi snelli,

specchiati alle vetrine,

età dell’oro, onore e gloria

per noi e i nostri figli

illusi vedevamo…

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