Chi ha ferito Kundalini?
Ora la mia schiena è quasi morta,
e il bel serpente addormentato e fiero
che conteneva le spire nel mio corpo
giace ora fra orribili spasmi,
prigioniero d’un giogo di ferro,
umiliato l’anelito eterno…
Chi ha ferito Kundalini?
Ora la mia schiena è quasi morta,
e il bel serpente addormentato e fiero
che conteneva le spire nel mio corpo
giace ora fra orribili spasmi,
prigioniero d’un giogo di ferro,
umiliato l’anelito eterno…
Così, senza gloria,
è incominciato marzo,
in gramaglie di nubi
e lacrime vedovili
e un color grigio cielo,
uno strano celeste
umiliato dal nero,
che non pare un colore,
ma la veste dismessa
di una donna fuggita
sgusciando via nuda,
da una delusione d’amore,
abbandonando sul letto
dell’ultima notte
tutta una vita, un passato,
una storia.
Non credevo si potesse…
Stanotte ho sognato
tanta sofferenza,
la sofferenza in persona.
Certo era mio padre,
appariva confuso,
umiliato da tanto parlare.
Aveva fatto cose da vecchio,
senza capire,
ed era stato sgridato.
Tanto.
E aveva cominciato
a impallidire sulla fronte
e a riempirsi di sudore.
Non si difendeva,
restava in silenzio,
e intanto, dimagriva,
così, a vista d’occhio.
Me lo prendevo fra la braccia,
quel mucchietto d’ossa,
che non pesava niente.
Parlandogli di sport,
cercavo di distrarlo,
lo accarezzavo piano,
come si fa con i bambini
e lo sdraiavo sul letto,
povero scheletrino
che pareva vivo!
Chissà perché, babbino mio,
sei tornato dai morti
e in quella condizione,
chissà che cosa
mi volevi dire…
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