I miei passi nel mondo
sono orme su sabbia
che il vento accarezza,
ma fa anche sparire.
Niente resta di una vita,
nemmeno la forma
dei desideri.
I miei passi nel mondo
sono orme su sabbia
che il vento accarezza,
ma fa anche sparire.
Niente resta di una vita,
nemmeno la forma
dei desideri.
Marmorizzare il cuore
con impacchi di dolore…
Questa notte quasi bianca
con striature antelucane
di follia, così simili all’alba,
ma più dolorose al tatto
quando palpo l’anima mia…
Non farmelo più, di sparire,
andare, tornare, odiare,
poi dire di amare.
Che creatura vorresti,
uomo mio, al tuo fianco?
Credo un frigido biacco
da poter calpestare,
ma quel tanto che basta
per non farlo morire.
Strisciare, giammai,
quanto al resto, ci siamo:
Tu mi stai congelando,
e sarà molto bello
quando tutto ad un tratto
smetterò di patire…
Sarò statua di marmo,
che non dà, non riceve
ed è pronta a partire.
Portami ancora laggiù
a dimenticarmi di me
in riva al mare.
Questa nebbia invernale
e l’amaro respiro dell’onda,
cancellando la forma,
mi faranno sparire,
niente qui resta
sulla rena sconvolta
dalla pietà delirante
del freddo maestrale.
Cammineremo le orme
dei passi passati,
calpestando ricordi,
senza poter ricordare,
compianti soltanto
dal grido dei gabbiani,
sotto il cappotto portando
la nudità del cuore stanco…
Il mare è arancione,
un letto di luce
un regalo da amante
e drappi d’oro
tutt’intorno.
Emerge dalle onde
e diventa immenso
il cielo: plaghe azzurre
e drappi densi grigi
da funerale tesi.
L’aria così liquida
di metallo fuso
da non respirare.
E musica immaginaria
di silenzio assordante.
E lui il sole liquido cuore
di luce di sangue
di angelo e carne
splendido amante
si cala nel mare.
Mi ama fin dentro
vene e anima
da farmi tremare
E prima di sparire
un attimo prima
mi guarda ancora
una volta:
Un lampo verde
sorriso carezza
e scompare.
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