È l’ora della pastasciutta,
non m’importa di nient’altro,
o così sembra,
perché quando mangio
io non penso.
Ma prima e dopo e sempre
io questo senso della vita
proprio non lo digerisco.
Tutto questo affanno,
lacrime e cipolle, il pasto,
risa e risotto e pianto
nello stesso piatto bianco.
Tragica fisicità banale
di un anima mortale,
spaghetti e funerale.
Commenti recenti