È l’ora della pastasciutta,
non m’importa di nient’altro,
o così sembra,
perché quando mangio
io non penso.
Ma prima e dopo e sempre
io questo senso della vita
proprio non lo digerisco.
Tutto questo affanno,
lacrime e cipolle, il pasto,
risa e risotto e pianto
nello stesso piatto bianco.
Tragica fisicità banale
di un anima mortale,
spaghetti e funerale.
Davvero bella. Hai usato le parole come in un gioco appassionante e divertente. Complimenti!
Buona domenica! Marco x
Mille volte grazie! Buona domenica anche a te!
Accetteresti una battuta senza che questa risultasse indice di superficialità da parte mia? Ho colto infatti il senso profondo dei tuoi versi… ma mi verrebbe da dire: se eliminassimo tutte le cipolle che ci circondano? Credo anch’io di averne incontrata qualcuna, trovandola molto indigesta. Ti abbraccio. Piero
Se si potesse!!! Grazie Piero