Grazie zia Paolina
per esserti fermata
lungo la salita
che porta su al Bornello.
Lo so, non era vero,
non c’eri tu e io non c’ero,
ma, ai bordi del mio sogno,
vedevo la chiesetta
e tu sembravi viva
e mi sedevi accanto
su quei gradini grigi
che vanno a Santa Marta.
Io sono molto stanca,
ma sono dentro ai giorni,
non è come per te,
che transiti nei tempi
che formano l’eterno
e che, quando ne hai voglia,
ritorni alla tua casa
che ora mi è preclusa,
che fu nei miei bei tempi
la vera amata casa
che sola mi riposa.
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