Grazie zia Paolina
per esserti fermata
lungo la salita
che porta su al Bornello.
Lo so, non era vero,
non c’eri tu e io non c’ero,
ma, ai bordi del mio sogno,
vedevo la chiesetta
e tu sembravi viva
e mi sedevi accanto
su quei gradini grigi
che vanno a Santa Marta.
Io sono molto stanca,
ma sono dentro ai giorni,
non è come per te,
che transiti nei tempi
che formano l’eterno
e che, quando ne hai voglia,
ritorni alla tua casa
che ora mi è preclusa,
che fu nei miei bei tempi
la vera amata casa
che sola mi riposa.
Che bello…tutto!!!!!!!!
Grazie… tutto molto caro al mio cuore 🙂
Si.
Grazie per questa scheggia di cuore … ❤️
La condivido molto volentieri! Grazie a te!
Brava Silvia, finalmente vedo uno scorcio del famoso Sordevolo. Beh famoso non so, intendo spesso menzionato. Il brava si riferiva anche alla lirica, in nuce una costruzione alla Caproni, un’espressione piana ma non banale che vado inutilmente cercando. Forse non scriverò mai più poesie.
Ciao Arturo! Ti ringrazio per il tuo commento e , qui sotto, ti riporto appena quattro versi da “Litania” di Caproni, sperando che ti piacciano come piacciono a me e ti convincano a non smettere mai di scrivere poesie.
“Genova che mi struggi.
Intestini. Caruggi.
Genova e così sia,
mare in un’osteria.”