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Dimessa

By Poesia 2 Comments

Voglio orientarmi meglio

fra i miei perduti giorni,

un labirinto di Cnosso

polveroso,

Io, prigioniera della prigione,

Dedalo in trappola inventore,

e Minotauro disperato

ad abitare insieme.

Ma come ho fatto

a crearmi giorni così bui?

E, ingenua creatura,

non me ne accorgevo!

Credevo di dominarli

e raccontarli un giorno,

(a chi, poi, raccontarli?)

questi budelli secchi

di budello animale

in cui sto strisciando

come un boa

da se stesso ingoiato.

Arianna, evadimi

con un filo di vita,

più che altro rosata,

fatta solo di fumo,

o di sogno, o ricordo

di esserci stata,

avere fatto, gustato.

Per scappare è già tardi?

E io sono una larva?

 

Delirium (uscita dal solco)

By Poesia 5 Comments

delirium in rosso

Arrivato è il suono

dell’autobus da sotto,

quattro piani fa,

per essere precisi.

Sono le nove

ante meridiem

e ho preso la febbre,

così tengo il cielo

fuori da me.

Sono isolata

nella mia solitudine

nell’inutile mondo

delle cose importanti,

i piatti, i bicchieri,

la lavastoviglie,

le pareti coi quadri,

il bucato da fare.

Rorida prigioniera

di tosse e di brividi

penso alla gente

che chissà dove va…

Liberami l’anima

By Poesia 2 Comments

Anturium su fondo rosso

Curami la tristezza

strappami via dal corpo

quest’anemia della sera

che mi aderisce alla pelle

seducendomi il cuore.

Dammi amore la forza

di ritrovare in cielo le stelle

di essere fiore danzante

ala di rossa farfalla

spruzzata di polvere nera

anthurium già colto reciso

anima non più prigioniera…

Gabbiani

By Poesia 4 Comments

gabbiani

Gabbie di gabbiani appese al cielo.

Gabbie di gabbiani ammarano

sulla cresposità dell’onda.

Sono prigionieri!

Lo senti come piangono?

Il loro grido evade

la circolarità di fiamma

dell’orizzonte all’alba.

Lo senti come piangono?

Il loro grido lima

la nebbiosa finestra

del mio sonno incostante.

Sono prigioniera!

Il risveglio umiliato

dai sudori notturni

ed i polsi costretti

dentro i ceppi dell’ansia…

I polpacci formicolano

per la voglia di andare,

le braccia si spalancano

nella mimesi del volo.

Inerte agonia isometrica

la consapevolezza del Fato!

Ogni orizzonte inscatolato

da un cielo più lontano…

Lo senti come piangono?

L’infinità senza senso

ha ingabbiato i gabbiani.

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