Gabbie di gabbiani appese al cielo.
Gabbie di gabbiani ammarano
sulla cresposità dell’onda.
Sono prigionieri!
Lo senti come piangono?
Il loro grido evade
la circolarità di fiamma
dell’orizzonte all’alba.
Lo senti come piangono?
Il loro grido lima
la nebbiosa finestra
del mio sonno incostante.
Sono prigioniera!
Il risveglio umiliato
dai sudori notturni
ed i polsi costretti
dentro i ceppi dell’ansia…
I polpacci formicolano
per la voglia di andare,
le braccia si spalancano
nella mimesi del volo.
Inerte agonia isometrica
la consapevolezza del Fato!
Ogni orizzonte inscatolato
da un cielo più lontano…
Lo senti come piangono?
L’infinità senza senso
ha ingabbiato i gabbiani.
Ingabbiare i gabbiani è rinchiudere il mare…
Un vero peccato… Farli piangere poi…
Sono certa che in un periodo della mia vita sono stata gabbiano… È lì che ho appreso le tecniche del volo planato…
Da allora, mai più gabbie, per me…
Molto bella la tua poesia… Ricca di immagini e di emozioni…
Grazie…
Ti ringrazio per avermi fatto partecipe delle tue… esperienze di volo (verso la libertà interiore, suppongo). E grazie per la e parole gentili. Buon fine settimana!
Silvia
Sei bravissima, Silvia
Sembra di vivere assieme ai tuoi versi.
Buon weekend ♥
Rodrigo
Ti ringrazio di cuore per le tue parole davvero gratificanti, questa condivisione di cui parli è un obiettivo molto ambito da chi scrive! Buon weekend anche a te.
Silvia