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Rinunciare alle Liridi

By Poesia No Comments

Non vidi l’altra sera

volare via da Vega

lo sciame delle Liridi.

La luna era nebbiosa…

Sai, quando venne l’ora

avevo chiuso a notte

le mie mille finestre

negandomi quel cielo,

col petto rattrappito.

Il cuore della casa

a chi passava fuori

apparve nero nero.

 

Prognosi

By Poesia 3 Comments

Lo so che lo sai

e tu sai che io so.

L’evidenza ti parla

ed espone al tuo sguardo

ogni parte di me.

Perché dirmelo, dunque?

È un’azione crudele,

strazia il tempo del gioco,

che illusione non è

ed uccide con gioia

la tremante speranza

germinante da sempre

nel mio cuore infantile.

E poi, non contento,

 hai aggiunto una frase:

“E sarà sempre peggio”

senza avere la forza

di incontrare con gli occhi

i miei occhi smarriti.

Però ti ringrazio,

mi hai ridato la vita!

Sai, io sono ribelle

e mi amo parecchio.

Forgerò questa rabbia

che mi scorre nel petto

come fuoco rovente

e qualcosa accadrà.

Da domani guarisco,

così ti smentisco.

 

Sintomatologia

By Poesia 4 Comments

Una musica da bar

sale al balcone

dolce come

un cielo di cotone.

In fiato caldo spesso

il vento mi possiede il petto,

come un amante pazzo

mi centra

con un pugno ben diretto,

il tempo di dire “ah”

ed è finito tutto…

Pare la sera afosa

di un giugno un po’ lontano

in un tramonto verde e rosa

con un ragazzo strano…

 

Asma di serpente

By Poesia 7 Comments

Mi sibila nel petto

e fa di me un piffero rovente.

Quando esagera. ronfa

come una cornamusa

stonata, foriera soltanto

di pioggia. Questo fu

dunque il mio bel seno?

Un burroso sobbalzo d’amore,

un porto dolce e silenzioso?

Si cambia: Si peggiora.

Perché dovresti amarmi ancora?

 

ECG

By Poesia 4 Comments

Piccolo souvenir ospedaliero

che mi si accese

al tardo petto

con baci fondi

da vero amante

-e mi spiava il cuore

e io gli giacqui offerta

in nudità tremante,

ansimando verità

dal respiro incostante-

lui la vide tutta

con il suo occhiuzzo nero

la mia verginità dolente

mentre la lingua secca

mi brancolava in bocca

e l’infermiera sorridendo

un po’ mi consolava….

 

La fucina del tempo

By Poesia No Comments

Invereconda incudine

che pesi sul mio petto

facendo risuonare

i colpi del tu maglio,

fattrice di scintille

e, molli come cere,

di immagini di fuoco,

tanto per tormentare.

Sapessi quante notti

io cerco il mio passato,

già freddo, già forgiato,

che tanto mi riguarda

e in me delira il magma,

battuto e ribattuto,

di un tempo non formato

che ancor non mi appartiene!

Intanto il mio respiro

si immola in vapore.

Che n’è della mia vita?

Che n’è dei parti grami

che volli in bronzo eletto

e invece sono scorie?

 

Kundalini il ritorno

By Poesia 2 Comments

Come un respiro grande

che tutta mi prende

dalla testa alla coda in vestigia

e alza il petto e la pancia e il torace

e Kundalini si dimena nella bella schiena…

(Questo avveniva un tempo,

ed ero assai serena,

quando tornavo a casa,

nella sera fredda e nera,

fendendo per strada l’inverno

con la mia prua sicura.

Sentivo il fuoco dentro

di gran stufa a legna

e le mie mani divennero pietose

e mi vibrava l’aria intorno

tanto da guarire i mali,

quello fu un buon tempo.)

…Così vorrei che diventasse

questa mia larva di misera vita.

Essere un’onda di marea immensa,

dell’ eterno universo

lambire la costa…

 

Di te quel che amo (rondeau infinito)

By Poesia 10 Comments

due per le stelle

Quel tuo stancarti

*quando mi baci troppo

e ti manca il respiro

per l’ emozione.

Quello sguardo di bimbo

e il tuo canto

quando sei contento

e le dita sottili

delle tua mano

che stringe la mia,

ben più tozza.

La tua pelle tesa

e setosa, di te amo

ogni cosa: Quando

sei in cerca di sonno

e mi appoggi

la testa sul petto

e ti addormenti

e diventi pesante

e mi schiacci

e ti sveglio

e ti mando via

e tu te ne vai,

poi ritorni.

Amo che torni

e mi baci e ti stanchi.

Amo…

…quel tuo stancarti… (riprendi da *)

 

Leucemia

By Poesia 3 Comments

il morticino di legno

Anomalie di un cadavere

che sorprendevi a tratti

col braccio teso al cielo

e stava protestando.

Poi abbassavi gli occhi:

La mani troppo gonfie

erano strette al petto,

come per tutti i morti.

Ma non era contento…

Colazione con Pinocchio

By Poesia 2 Comments

Pinocchio a colazione

Come un biscotto al burro la mattina

mi è rimasta indigesta la tua assenza.

Il corpo c’era, ma di un burattino

con le orecchie  imperforate in legno

così inadatte a percepire il suono.

Vernice rossa tingeva la tua bocca

a simular  parole che non volevi dire

e i baci tondi che non potevi dare.

Una zuppa di latte e crusca scura

cibava la tua fame di fine segatura.

Mentre scolpivo affannate parole

con cellulosa di densa paura,

diluendo col te l’amara saliva

di povera fata che parla da sola,

chiesi  mesta alle spoglie  del grillo

se t’avesse  Geppetto nel gracile petto

scavato con cura il posto del cuore.

 

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