Tra poco imbiondirà Maggio
sulle colline di Siena.
Andavo sempre a vederlo
e adesso son qui che ci penso.
Se chiudo gli occhi lo sogno,
coperto dal morbido manto,
splendente di oro e di rosso,
di sole, papaveri e grano.
Tra poco imbiondirà Maggio
sulle colline di Siena.
Andavo sempre a vederlo
e adesso son qui che ci penso.
Se chiudo gli occhi lo sogno,
coperto dal morbido manto,
splendente di oro e di rosso,
di sole, papaveri e grano.
Continuerà il sole il suo lento cammino
inesorabilmente verso l’ occaso
dietro la piazza, prendendo, non visto,
la strada del mare. Io lo so bene,
però non lo scorgo dalla terrazza
all’ultimo piano di questo quartiere.
Vicino al cantiere, all’inizio del viale,
c’è un piccolo approdo di scogli e di rena.
Prenderà la sua barca, nascosta a ridosso
di tamerici e palme straniere.
Remando, remando, tingerà l’acqua
del mistico oro delle sue braccia.
A mille remate dalla Bellana,
si tufferà svelto, levandosi il manto
di porpora fine, gettando uno sguardo,
velato di verde, al mondo serale.
E, inabissato in un luogo profondo,
sprofonderà nel suo sonno regale.
planano sule rosse ombre
dello studio, pareti rosse,
luci rosse, installazione.
Si inseguono, coi gesti
descrivono un sogno,
stridule come rondini
rivivendo il passato,
uno squarcio, un ricordo.
Fuori, intanto, il tramonto
livido grigio si avvolge
nel suo manto mesto
rabbrividendo.
Se dovessi vestirmi
per fare paura,
mi truccherei la faccia
con l’indistinta luce
delle ore della sera
tingendo d’incertezza
le pieghe della bocca
e gli occhi, di paura.
Rovescerei le vesti
in modo che l’esterno
volgesse sull’interno
e il dentro, fuori.
Ho già lavato il manto
muffoso di dolore,
gettarlo sulle spalle
mi donerà il pallore,
il pianto sui miei morti
e tutte quelle ore
passate a disperare
per me, per te, per tutti,
quando ci buttò male.
Cadrà senza rumore
la rabbia dei nemici?
L’invidia dei gelosi
per quello che non ho
si giacerà scornata
dal senso della vita?
O la mia continenza
e la mia grande forza
li manderanno ai matti
perché l’abito vero
mi rende molto onore?
Ma quanto tempo ci vuole
per sistemare le cose…
Certe ore che tessono
un drappo di eterno
come il manto che copre
l’intero universo
e piccole cose
vi galleggiano dentro:
la telefonata per strada,
una crisi di pianto,
il sudore alla fronte,
le attese, il rimpianto,
il tuo viso da elfo
che si fa bianco bianco,
tutto quasi per niente:
Un effimero istante
in cui fummo felici
e sorrisi di stelle
anni luce distanti
e già morte, ma belle.
Manto azzurro
invernale
denso liquefatto
un po’ nube
un po’ ghiaccio
un po’ latte,
sulle spalle
del tempo
a coprire
i miei giorni
così uguali
da quando
un altro mantello
pesante,
un tabarro,
mi avvolge,
il senso di morte
che incombe.
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