Vita dove mi porti?
Piove a dirotto
sui desideri stanchi,
bianca la scala
scende là in fondo,
forse una lettera
nella cassetta,
batte le ali
la mia salvezza.
La pioggia che batte,
al portone bianco.
l’asfalto si fonde,
illusione di vento,
grida il mio tempo
il suo ultimo affanno.
Mille gradini,
come rampe di cielo,
risalita del cuore,
in battiti sciolti,
mentre io vado
penso al ritorno…
Lunga lettera agli amici
di sempre, che poi sarebbe mai,
se guardo proprio bene,
senza parole, senza conforto,
senza andata, senza ritorno
pareti di silenzio per i miei
graffiti, più che muti, zittiti
e quest’orrenda cecità
per i miei sguardi disperati…
Come una capra affamata
cerco il sale, il sodio, della vita
e lecco lungo i muri della strada
disgustose indifferenti amenità,
insipidi marshmallows molli
di buonismi esasperati,
che trasudano pensieri positivi
d’inquietante e rosata falsità.
Miei signori, vi immaginate Dio,
affacciato al suo balcone
di beata eternità, che ci guarda
fra le stelle ed i pianeti
e decide per ognuno che farà?
Io non sono un fan di Vasco Rossi,
ma una cosa mi piace, che cantò:
“Siamo soli…” Vi saluto, scriverò.
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